16 Novembre 2024 - 11:19:19

di Martina Colabianchi

Sono quasi 118mila le imprese italiane che si trovano a rischio usura, in crescita rispetto all’anno scorso di oltre 2.600 unità, dopo anni in cui erano in calo.

Lo denuncia oggi l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che delinea un quadro particolarmente critico per il Mezzogiorno dove si contano 39.538 aziende in sofferenza (pari al 33,6% del totale). Per quanto riguarda l’Abruzzo, è Chieti la provincia maggiormente interessata dal fenomeno con un peggioramento del +13,9% rispetto allo scorso anno, percentuale che la colloca al secondo posto della classifica nazionale dopo Benevento (17,3%).

Il Sud del Paese è seguito dal Nordovest con 29.471 (25%), dal Centro con 29.027 (24,7%) e infine dal Nordest con 19.677 (16,7%). Ad eccezione degli anni caratterizzati dalla crisi pandemica, dal 2011 ad oggi i prestiti bancari alle imprese italiane sono crollati. A fronte dei 1.017 miliardi di euro erogati verso la fine del 2011, nota la Cgia, siamo scesi ai 711,6 del febbraio 2020. Dopo l’incremento durante il periodo Covid, che ad agosto 2022 aveva innalzato lo stock erogato a 757,6 miliardi, è ripresa la riduzione, e a settembre di quest’anno si è attestato a 667 miliardi. In 12 anni, rispetto al picco massimo erogato nel 2011, le imprese hanno perso 350 miliardi di prestiti bancari, pari al -52,4%.

Se il Mezzogiorno è l’area geografica d’Italia più a rischio usura, i proventi di queste attività illegali vengono sempre più reinvestiti al Nord. Negli ultimi tempi, infatti, le indagini effettuate dalla Direzione Investigativa Antimafia dimostrano come il denaro contante proveniente dalle attività criminali primarie, come l’usura, venga reimpiegato con sempre maggiore frequenza in determinate aree dell’Italia, soprattutto settentrionale (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana).

La Cgia continua a chiedere il potenziamento delle risorse a disposizione del “Fondo di prevenzione dell’usura”. Dal 1998 al 2022, ai Confidi e alle Fondazioni lo Stato ha erogato 711 milioni di euro, che hanno garantito finanziamenti per un importo complessivo pari a oltre 2 miliardi di euro. Nel 2022 ai due enti erogatori sono stati assegnati complessivamente 33,7 milioni, rispettivamente 23,6 ai Confidi e 10,1 alle Fondazioni. Cifre importanti che, però, secondo l’Ufficio studi andrebbero implementate. Per il “Fondo di solidarietà”, invece, che offre agli operatori economici che hanno denunciato gli usurai un mutuo senza interessi da restituire entro 10 anni, dal 2000 al 2023 la Consap ha stipulato 1.660 contratti e le somme concesse a titolo di mutuo sfiorano complessivamente i 145 milioni di euro.