25 Novembre 2024 - 11:03:09
di Redazione
Sono 65 le donne accolte per la prima volta dal 1 gennaio 2024 al centro antiviolenza “Donatella Tellini” dell’Aquila.
55 sono le donne italiane e 10 migranti. Oltre a queste, altre 3 donne con figli sono state accolte nella casa rifugio che è diventata operativa dal mese di luglio.
Se si guarda alla provenienza delle donne, sottolinea il legale del centro antiviolenza e consigliere comunale Simona Giannangeli, con 55 donne aquilane e solo 10 migranti, “ci si rende conto di come il dato sia strutturale”.
Alle porte del centro antiviolenza “La Libellula” di Sulmona hanno bussato invece 72 donne, 16 più del 2023. Dati in aumento anche nel centro antiviolenza “Donna”, che opera a Castel di Sangro, dove si registrano 23 nuove prese in carico, in sensibile aumento rispetto all’anno scorso.
A tracciare il quadro sulla violenza di genere in centro Abruzzo nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è la cooperativa Horizon Service che da anni gestisce le due strutture, accogliendo donne vittime di violenza. Attualmente sono 676 le donne ospite nel centro sulmonese e 162 a Castel di Sangro.
Dal 2015 la cooperativa si occupa anche della “Casa delle Donne”, la prima casa rifugio istituita in Abruzzo, che ha ospitato nel 2024 otto donne e 10 minori. I numeri continuano a salire, come confermano Laura Di Nicola ed Elena Bussi, rispettivamente coordinatrice e responsabile dei servizi antiviolenza.
“La fascia d’età maggiormente rappresentativa delle donne prese in carico resta quella compresa fra i 30 e i 49 anni, seguono per numerosità le donne appartenenti alla fascia di età 50/56 anni di pari passo con le donne più giovani appartenenti alla fascia di età 18/29, confermando una maggiore consapevolezza della problematica della violenza di genere da parte delle giovani generazioni” spiega il presidente della cooperativa, secondo il quale “la violenza di genere è trasversale e colpisce donne di ogni estrazione sociale e livello culturale”.
Dai dati emerge infatti che la maggior parte delle donne ha il diploma di maturità e che alcune hanno conseguito una laurea. Circa la metà non hanno un lavoro stabile o sono disoccupate, confermando come “l’assenza di una fonte di reddito costituisca un ulteriore ostacolo per le donne che devono affrontare un percorso di fuoriuscita dai maltrattamenti” sottolineano Di Nicola e Bussi.
La maggior parte delle donne accolte è di nazionalità italiana ed è vittima di violenze che si consumano all’interno delle relazioni sentimentali e familiari, soprattutto dal partner o ex partner, alcune di loro sono vittime dei maltrattamenti di padri e/o fratelli e solo di rado ad agire la violenza è stato un amico/conoscente della donna. La violenza rilevata più frequentemente è quella psicologica che accompagna molto spesso altre forme di violenza, anch’esse molto frequenti, fra cui quella fisica, economica e sessuale.
Intanto, questa mattina, all’Aquila, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è in programma una seduta del Consiglio comunale in adunanza straordinaria con un unico punto in discussione all’ordine del giorno su “Verifica ed aggiornamento sulle pratiche di contrasto della violenza maschile sul territorio del Comune dell’Aquila, sulle attività di formazione e promozione di una cultura e di un linguaggio di genere e sul potenziamento della rete antiviolenza esistente, in relazione all’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale in data 25 novembre 2022”.
Questa seduta è stata richiesta dalle consigliere Giannangeli e Stefania Pezzopane che ritengono “imprescindibile e fondamentale che l’istituzione comunale ponga al centro la questione del contrasto della violenza maschile e lo faccia anche nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile“.
Csv Abruzzo: campagna di sensibilizzazione in strada all’Aquila
In Italia una donna su tre ha subito violenza fisica o psicologica nel corso della sua vita. Appena il 15% di coloro che subiscono violenza denuncia il proprio aggressore. Nel mondo circa 137 donne vengono uccise ogni giorno da un membro della propria famiglia. Sono solo alcuni dei numerosi dati che fotografano una cruda realtà sotto gli occhi di tutti, ma verso la quale troppe volte chi ha strumenti e mezzi per intervenire minimizza o, peggio, si gira dall’altra parte.
Oggi, 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, le operatrici volontarie di Servizio Civile impegnate nei progetti del Centro Servizi per il Volontariato Abruzzo “L’orizzonte dei diritti” e “Giovani energie di cittadinanza: attivi nella nonviolenza 2024”, saranno in strada a L’Aquila per distribuire cartoncini rosa che riportano i dati di questa emergenza, insieme ai numeri e ai riferimenti da contattare se si è vittima di violenza.
“L’idea è di sensibilizzare le persone, condividendo racconti di donne che hanno subito violenza e informazioni su questo tema“, dichiarano le promotrici dell’iniziativa. “Vogliamo portare attenzione sull’importanza di dire “no” alla violenza di genere e ricordare il valore del rispetto e della solidarietà”.
Il 25 novembre è stato istituito come Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne per commemorare le sorelle Mirabal, tre attiviste politiche della Repubblica Dominicana che furono brutalmente assassinate in quella data nel 1960. Nel 1999 le Nazioni Unite hanno riconosciuto il 25 novembre come la giornata per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere azioni contro la violenza di genere, una delle violazioni dei diritti umani più diffuse e sottovalutate al mondo.
Avezzano, studenti in piazza per dire no alla violenza sulle donne
Le strade di Avezzano si sono animate questa mattina con un corteo partecipato e ricco di significato, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Studenti, amministratori e rappresentanti delle istituzioni hanno camminato insieme per ribadire con forza un messaggio universale: no alla violenza, sì al rispetto e all’amore.
A dare il via alla manifestazione, un manifesto portato dagli studenti che ha catturato l’attenzione di tutti: “Conoscete la libertà, donne? Prendetevela! È vostra! Procuratevela, osservate, fuggite.” Parole potenti che hanno rappresentato il cuore simbolico dell’intero evento.
Il corteo, partito dalla stazione ferroviaria alle ore 9, ha attraversato via Garibaldi e via Corradini, concludendosi in Piazza Risorgimento. Lungo il percorso, studenti e partecipanti hanno esposto striscioni e cartelloni con messaggi di denuncia e riflessione, che mettevano al centro il rispetto delle donne e la lotta contro ogni forma di sopraffazione.
In Piazza Risorgimento si è tenuto un momento di condivisione e ascolto, dove sono stati pronunciati i nomi delle vittime di femminicidio – da Giulia Cecchettin a tante altre – accompagnati dal simbolico “presente” scandito dai ragazzi.
Le amministratrici Iride Cosimati e Stefania Antidormi, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, hanno aperto gli interventi istituzionali, sottolineando il ruolo centrale della sensibilizzazione per contrastare una piaga sociale così grave. Il Vescovo della Diocesi di Avezzano, Giovanni Massaro, ha poi offerto una riflessione spirituale, invitando tutti a costruire una comunità basata sulla dignità e sul rispetto reciproco.
Protagonisti assoluti della giornata sono stati gli studenti, che hanno dato voce al loro impegno con interventi profondi e riflessioni personali. Aristide Luccitti, Samuel Conte, Francesca Traista, Valerio Di Bernardo, Armando Evangelista, Giovanni Cimei, Aurora Martini e Tommaso Rossetti hanno emozionato e ispirato il pubblico con i loro contributi.
Al cuore di ogni ragionamento l’importanza di riconoscere i segnali di relazioni tossiche, come gelosie, divieti e silenzi, e la necessità di rispettare sempre il valore del “no”. È stato inoltre ricordato il numero antiviolenza e stalking 1522, un riferimento essenziale per chi vive situazioni di pericolo e ha bisogno di aiuto.
Il corteo e gli interventi hanno rappresentato un momento di memoria e impegno collettivo, con un messaggio chiaro: combattere la violenza di genere è una responsabilità condivisa, che richiede attenzione, educazione e solidarietà.
Inaugurata la panchina rossa davanti alla sede dell’Unione Montana Sirentina
Nella serata di ieri a Secinaro, davanti alla sede dell’Unione Montana Sirentina, è stata inaugurata una panchina rossa in memoria delle vittime di violenza di genere. L’iniziativa, organizzata dall’associazione La Diosa Onlus, ha visto la partecipazione di numerosi sindaci locali, rappresentanti istituzionali e dell’Arma dei Carabinieri. “Quest’anno sono già 97 le vittime uccise da chi diceva di amarle,” ha ricordato la presidente Gianna Tollis, sottolineando il valore simbolico del rosso, colore del sangue e della passione, nella lotta ai femminicidi.
L’evento ha fatto da preludio alla presentazione del progetto Dea Montagna, promosso da La Diosa Onlus e premiato da ActionAid. Questo progetto mira a creare una rete di case rifugio per le donne vittime di violenza nella Valle Subequana, un territorio segnato dallo spopolamento, ma ricco di strutture inutilizzate che potrebbero essere riconvertite. La presentazione ufficiale è prevista per l’inizio del 2025.