27 Novembre 2024 - 10:17:14

di Redazione

Solo il 41% dei cittadini italiani ha espresso il consenso alla consultazione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse), “strumento cruciale per la digitalizzazione del Ssn”.

E tra le regioni ci sono vere e proprie ‘fratture digitali’, dall’1% di adesione in Abruzzo, Calabria, Campania e Molise all’89% in Emilia-Romagna.

Tra le Regioni del Mezzogiorno, inoltre, solo la Puglia con il 69% supera la media nazionale. E’ quanto emerge da un report presentato dalla Fondazione Gimbe in occasione del 19/mo Forum Risk Management di Arezzo.

“Il Fascicolo Sanitario Elettronico – dichiara il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta non è solo uno strumento con cui il cittadino può tracciare e consultare la propria storia sanitaria, condividendola in maniera sicura ed efficiente con gli operatori sanitari, ma rappresenta una leva strategica per migliorare accessibilità, continuità delle cure e integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari. Tuttavia, ad oggi, persistono significative diseguaglianze regionali che privano molti cittadini delle stesse opportunità di accesso e utilizzo. Inoltre, la mancata armonizzazione del Fse rischia di lasciare i cittadini senza accesso a dati essenziali per la propria salute in caso di spostamento tra Regioni”.

Il decreto del ministero della Salute del 7 settembre 2023 ha definito i contenuti del Fse 2.0, ma non tutte le Regioni rendono disponibili tutti i documenti.

“Ad oggi – spiega Cartabelotta – solo 7 tipologie di documenti sono accessibili su tutto il territorio nazionale: lettere di dimissione ospedaliera, prescrizioni farmaceutiche e specialistiche, referti di laboratorio, di radiologia e di specialistica ambulatoriale, verbali di pronto soccorso”.

A livello regionale è presente una forte disomogeneità nella disponibilità dei documenti nel Fascicolo.