29 Novembre 2024 - 09:24:13

di Martina Colabianchi

È impietosa per l’Abruzzo l’istantanea scattata dall’Agenzia Nazionale Sanità sui dati aggiornati al 2023 delle performances manageriali delle Aziende sanitarie pubbliche, ospedaliere e territoriali. Le Asl di Chieti, Pescara e Teramo sono in zona “rossissima”: non riescono a superare performances accettabili, restando relegate a livelli molto bassi. Va male la distribuzione delle performance, va male il report sugli investimenti, va male anche l’efficacia, cioè gli esiti dell’azione, in pratica la mortalità territoriale. Dati perfettamente in linea con la debacle della sanità abruzzese per il 2023, con conti in rosso, deficit milionari, commissariamento dei manager da parte della Regione, che però li lascia ben saldi sulle poltrone nonostante i disastri prodotti. Ad affermarlo non è la politica, ma un soggetto autorevole qual è l’Agenas, che di fatto certifica il fallimento di sei anni di gestione Marsilio della sanità“.

Questo il commento del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci sul rapporto presentato al Forum di Arezzo.

A finire sotto la lente degli analisti le attività di 110 Aziende territoriali e 51 Aziende ospedaliere. Riguardo le prime, il monitoraggio si è basato sulla valutazione di 34 indicatori classificati in 6 aree (prevenzione, distrettuale, ospedaliera, sostenibilità economica-patrimoniale, outcome) e 12 sub-aree. Per quanto riguarda invece le Aziende ospedaliere, gli indicatori presi in considerazione sono stati 27, classificati in 4 aree (accessibilità, gestione dei processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale, investimenti) e 10 sub-aree.

Tirando le somme, i dati restituiscono un‘Italia dove in molte aree e con qualche rara eccezione, il gap tra il Nord e il Sud ancora non si colma. In particolare, per quanto riguarda l’Abruzzo, sono le Asl delle province di Teramo, Pescara e Chieti a soffrire di più per quanto riguarda per performance manageriali, mentre la Asl dell’Aquila si colloca su un livello medio e, quindi, in fascia gialla.

Approfondendo le varie aree di analisi, tutte e quattro le province abruzzesi risultano ad un livello basso per quanto concerne gli investimenti, cioè la capacità di rinnovamento tecnologico e lo stato del patrimonio.

Se si va a guardare il resto dei parametri, invece, il quadro che viene fuori è abbastanza vario.

Sulla prevenzione, a registrare il peggior dato in Abruzzo sono le Asl di Pescara e L’Aquila che si collocano in fascia bassa, mentre Teramo e Chieti in quella media.

Sull’assistenza distrettuale, quindi sulla dotazione dei servizi territoriali, cure primarie, presa in carico del territorio, ospedalizzazioni evitabili e il consumo di prestazioni di specialistica ambulatoriale, al livello più basso si collocano Teramo e Pescara, mentre L’Aquila e Chieti sono in fascia gialla e quindi media. Per quanto concerne, invece, l’assistenza ospedaliera le quattro province sono tutte in fascia media.

Per quanto riguarda l’area della sostenibilità economico-patrimoniale, cioè l’analisi sui costi pro-capite e l’indice di tempestività dei pagamenti, si collocano in fascia arancione e quindi bassa Teramo, Pescara e L’Aquila, con solo Chieti in fascia media.

L’area Outcome, ossia quella che guarda alla mortalità prevedibile e trattabile, è l’unica in cui alcune province abruzzesi si collocano ad un livello alto. Nello specifico, si tratta di Teramo e Chieti, mentre L’Aquila si trova in fascia media e Pescara in quella bassa.

L’Abruzzo con le sue Aziende Sanitarie Territoriali non riesce a scrollarsi di dosso una valutazione che ci mette fra le peggiori performance d’Italia, anzi, ci lascia – ha detto ancora Paolucci -: perché siamo già fra le maglie nere nazionali e nulla è destinato a cambiare in meglio in base al metodo Marsilio, che vede aumentare solo deficit e problemi, nonostante il settore richieda investimenti e organizzazione che mancano ormai da sei anni. Non è ricorrendo ad artifici contabili che si risolvono le tante criticità della sanità abruzzese, pronta già a fare i conti con un deficit 2024 che sarà notevolmente più alto del precedente. Servono azioni coraggiose che chi deve fare non fa, poco importa se aumentano solo i costi, mentre diminuiscono prestazioni e pazienti per la sanità pubblica e se chi non riesce a governare questo momento di importante difficoltà, resta al suo posto, mentre gli abruzzesi pagano le conseguenze di questa situazione“.