Civeta, la Corte dei Conti boccia la nomina di Marcovecchio. Taglieri (M5S): “operazione politica lontano dalle esigenze dei cittadini e del territorio"
03 Dicembre 2024 - 16:48:11
non trovasse unanime riscontro positivo è stato chiaro a tutti fin
dall’inizio, a maggior ragione per il lauto compenso di centomila euro
all’anno per tre anni erogati direttamente dalle casse di una società in
difficoltà economica. Un iter, quello che ha portato alla scelta dell’ex
Consigliere regionale di Forza Italia, motivato dalle parole del
presidente Silvestri relativamente alla necessità di individuare ‘un
professionista che funga da raccordo tra consiglio di amministrazione e
struttura tecnica, nonché con gli uffici regionali’. Ma si tratta di una
scelta inopportuna e intempestiva, come peraltro sottolineato da alcuni
sindaci del territorio che hanno espresso la loro contrarietà a un
incarico che viene concesso in un momento in cui la preoccupazione
maggiore dovrebbe essere quella di porre un rimedio alla crisi che la
società vive; un problema che Marcovecchio non si è minimamente posto ma
che, invece, è stato attenzionato in maniera precisa e puntale dalla
Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per l’Abruzzo, che si è
pronunciata pochi giorni fa. Uno stipendio, quello del forzista, che non
è previsto da nessuna parte, come non è prevista una tale figura, e su
cui la Corte dei Conti solleva forti dubbi sulla sua sostenibilità
economica, tutt’al più se calata nel contesto delle difficoltà
economiche di Civeta”.
Lo dichiara Francesco Taglieri, Consigliere regionale e capogruppo del
Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale.
La deliberazione n.333/2023 aveva accertato una serie di criticità in
ordine alle modalità di nomina dell’attuale c.d.a. del Civeta a causa
della mancanza di previsioni statutarie e regolamentari idonee a
garantire la realizzazione del controllo, ma anche il mancato rispetto
degli obblighi di trasparenza oltre che all’andamento della gestione
finanziaria della società, chiedendo così specifiche e adeguate misure
correttive soprattutto per realizzare, nei tempi previsti, l’esecuzione
di alcuni progetti PNRR. Lo scorso 11 ottobre i magistrati istruttori
hanno chiesto ai Comuni di Vasto, San Salvo, Cupello, Casalbordino e
Scerni ‘chiarimenti e documentazione in merito alle misure correttive
adottate in relazione a quanto accertato con la deliberazione n.
333/2023′ senza però ottenere quanto richiesto. Nella Camera di
consiglio del 27 novembre, dopo aver verificato le norme previste nel
Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, la sezione
di Controllo della Corte dei Conti ha disposto che ‘l’organo
amministrativo delle società a controllo pubblico è costituito di norma,
da un amministratore unico e prevede che la scelta di un modulo
amministrativo diverso da quello monocratico (consiglio di
amministrazione a tre o cinque membri, ovvero, sistema dualistico)’
doveva essere adottata con ‘delibera motivata con riguardo a specifiche
ragioni di adeguatezza organizzativa e tenendo conto delle esigenze di
contenimento dei costi’.
Continua Taglieri “Perché una società possa stravolgere il proprio
assetto si rende necessaria una motivazione specifica che, in questo
caso, è totalmente assente”. Il provvedimento spiega “Come già osservato
(cfr. delib. n. 333/2023/VSG), quanto affermato nella deliberazione di
nomina (cfr. verbale dell’assemblea dei Soci del 4 luglio 2023), secondo
cui ‘i sindaci all’unanimità deliberano di nominare l’organo
amministrativo nella forma del consiglio di amministrazione composta da
5 membri per avere una maggiore rappresentatività da parte degli Enti
locali soci non può in alcun modo ritenersi motivazione sufficiente’.
Una stroncatura netta nella quale è specificato il fatto di come lo
stipendio del nuovo Direttore non sia stato preventivato né motivato;
un’operazione opaca e tutt’altro che trasparente, tale da minare
pesantemente la fiducia dei consorziati e dei cittadini. Ulteriore
risvolto, chiaramente negativo, è che questa forzatura andrà a incidere
sui bilanci di Civeta già provati da una condizione deficitaria, cosa
che la Corte ha rilevato rappresentando anche la possibilità di danno
erariale. Appare del tutto evidente che la nomina di Marcovecchio sia
più da attribuire a necessità politiche che non a sanare le criticità
economiche dell’azienda. Il tutto fatto con la scusa dei fondi del PNRR
che rischiano di essere perduti. Un teatrino che farà nuovi danni a una
società che, di per sé, è già in crisi con la gestione dei rifiuti”,
conclude il capogruppo in Consiglio Regionale del Movimento 5 Stelle.