18 Dicembre 2024 - 09:14:49

di Redazione

Resterà al Munda per 10 anni rinnovabili l’Annunciazione di Walter Monich, gruppo scultoreo eseguito nel 1410-1415, che sarà visibile negli orari di apertura da mercoledì 18 dicembre.

Grazie a questa intesa, voluta fortemente dal direttore generale dei Musei Massimo Osanna, è stata
stipulata una convenzione fra i due Musei, aquilano e fiorentino, che prevede il deposito dell’opera al
MuNDA per dieci anni rinnovabili.

“Il Sistema Museale Nazionale si arricchisce anche grazie a collaborazioni virtuose tra i suoi istituti, come
quella che presentiamo oggi
– ha dichiarato Osanna- Questa iniziativa prevede il deposito di lungo periodo del gruppo scultoreo dell’Annunciazione, recentemente attribuito a Walter Monich, dal Museo nazionale del Bargello, dove il Salone di Donatello è interessato da importanti lavori di restauro e riallestimento, al Museo Nazionale d’Abruzzo. Questa operazione consentirà non solo ai visitatori, ma anche alla comunità scientifica, di riscoprire un’importante opera del Quattrocento abruzzese nel suo contesto d’origine, favorendo nuove connessioni con le collezioni del museo e con il ricco patrimonio del territorio”.

Il gruppo dell’Annunciazione, scolpito in pietra della Majella e attribuito per lungo tempo all’orafo, scultore e pittore abruzzese Nicola da Guardiagrele, si compone di due porzioni separate rappresentanti l’Angelo annunciante e la Vergine Annunciata e giunge da un’edicola posta all’interno di un giardino privato a Tocco da Casauria (Pescara). Realizzato per essere addossato a una parete per via del retro non lavorato, in antico l’insieme probabilmente doveva far parte della decorazione di un portale. Entrato nel mercato nazionale, si sollecitava l’intervento del Ministero della Pubblica Istruzione per scongiurare l’esportazione della scultura in America. Fu così che nella primavera del 1907 l’opera fu acquisita dallo Stato e, data a quell’epoca l’assenza in Abruzzo di un’istituzione museale statale che potesse degnamente conservarla ed esporla, l’opera fu assegnata al Museo Nazionale del Bargello di Firenze, istituto deputato all’esposizione delle collezioni di scultura.

Fin dal principio il gruppo ha trovato sistemazione nel Salone di Donatello del museo fiorentino, assieme ad altri capolavori della statuaria quattrocentesca, posto su di un’alta mensola a simulare la sua probabile
originaria collocazione, come mostrato in una foto d’epoca conservata presso l’Archivio fotografico del
Bargello.

“Giunta nel 1907 al Museo Nazionale del Bargello, questa suggestiva Annunciazione fu collocata nel
Salone di Donatello a narrare – insieme a capolavori eccelsi – il passaggio dal Gotico al Rinascimento:
recentemente attribuita a Walter Monich, oggi l’opera lascia il suo museo e ne starà lontana per alcuni
anni. Ma il suo ritorno in terra abruzzese è un ritorno alle origini, che avviene grazie all’iniziativa del
Direttore Generale prof. Massimo Osanna e a cui il Museo del Bargello è lieto di contribuire, privandosi di
un’importante scultura che andrà nondimeno a costituire un nuovo fiore all’occhiello del Museo Nazionale d’Abruzzo”.

Così nelle parole di Ilaria Ciseri, funzionario responsabile delle collezioni del Museo Nazionale
del Bargello.

Recentemente l’opera è stata attribuita allo scultore tedesco Walter Monich, anche noto come Gualtiero
d’Alemagna, scultore tedesco probabilmente originario di Monaco di Baviera, documentato tra il 1399 e il

Dopo un decennio di attività per la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, dove tra il 1403 e il
1407 coordina una squadra che arrivò a contare trecento scalpellini operando soprattutto nei piloni del
capocroce e nel transetto settentrionale della cattedrale meneghina, Walter Monich nel 1410 si sposta verso sud facendo una prima tappa a Orvieto, città in cui risulta attivo nel cantiere della cattedrale. Nel 1412 firma come “magister Gualterius de Alamania” il Monumento della famiglia Caldora nella Badia di Santo Spirito al Morrone a Sulmona, e probabilmente tre anni più tardi esegue il Monumento di Niccolò di Giacobuccio Gaglioffi nella chiesa di San Domenico a L’Aquila, purtroppo perduto a causa del terremoto del 1703.

Più problematica risulta invece l’attribuzione al Monich della Tomba di Ludovico II Camponeschi nella chiesa di San Biagio di Amiterno, oggi San Giuseppe Artigiano, sempre all’Aquila, e datata 1432. Negli ultimi anni la critica ha proposto di riconoscere la mano dello scultore anche nel monumentale San Giovanni Battista posto all’esterno della Collegiata di Santa Maria Maggiore a Guardiagrele.

“Siamo felici e onorati di questo deposito dai Musei del Bargello. Con l’esposizione dell’Annunciazione
nelle nostre sale si sottolinea ulteriormente il ruolo del Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila come
custode e interprete dell’arte dell’intera regione”
afferma Federica Zalabra, direttrice
del Museo Nazionale d’Abruzzo dell’Aquila.