04 Gennaio 2025 - 10:44:04
di Martina Colabianchi
“Ci sono ancora situazioni complicate, aggregati fermi e cantieri non avviati o non conclusi, a causa di proprietà che non sono state mai regolarizzate, successioni non perfezionate, abitazioni in cui sono emersi degli abusi edilizi, e altri aspetti paradossali, come imprese che litigano in fase di cantiere. È un problema che stiamo affrontando con un gruppo di lavoro, assieme al Comune dell’Aquila. Questi ‘buchi neri’ fanno male, rispetto a tutto quello che è stato fatto. Lo strumento principale è il commissariamento, ma stiamo agendo anche con la ‘moral suasion’, va fatto capire che c’è un dovere morale da rispettare, alla luce del fatto che la ricostruzione non è un affare privato, perché i soldi sono pubblici“.
Così Salvo Provenzano, titolare dell’Ufficio speciale ricostruzione dell’Aquila (Usra), nel tracciare il bilancio della ricostruzione dell’Aquila a oltre 15 anni e mezzo dal terremoto del 6 aprile 2009.
Tra i ‘buchi neri’ anche tanti edifici pubblici, di competenza però del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche e di tanti altri enti. Per non parlare delle tante chiese rimaste al palo.
“Sulle chiese a incidere è stato il cambio di normativa – osserva Provenzano – che ha fatto diventare la ricostruzione da privata a pubblica, e questo ha rallentato per anni il processo. Però ora si sta registrando un’inversione di tendenza, non c’è più una situazione di stasi e si stanno finalmente aprendo numerosi cantieri. Anche per quel che riguarda la chiesta di Santa Maria Paganica, che non è di nostra competenza, da quello che so la fase di progettazione è in fase avanzata. Noi, in virtù di un accordo con il Segretariato regionale, ci stiamo occupando di 15 chiese e stiamo accelerando nei limiti del possibile. Una buona notizia è, ad esempio, che a febbraio riprenderanno i lavori nella chiesa di San Marco, una delle più importanti della città“.