Sulmona protesta il Sappe dopo il pomeriggio di disordini in carcere
11 Gennaio 2025 - 19:23:25
Giuseppe Ninu, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria,
spiega che “un gruppo di detenuti si è reso protagonista di una forte
protesta, che è però stata sedata senza particolari problemi. Improprio,
dunque, definirla una rivolta. Va evidenziato piuttosto che solamente
grazie al sangue freddo e alla professionalità dei poliziotti, che hanno
immediatamente isolato i facinorosi, si sono evitate conseguenze
drammatiche”. Il sindacalista denuncia che “questo è solamente l’ultimo
dei sempre più frequenti atti violenti messi in atto dai detenuti ed è
grave che l’amministrazione non riesca a trovare rimedio e lasci il
personale abbandonato a sé stesso. Forte e sentito è il ringraziamento a
tutti i poliziotti intervenuti con grande sacrificio”. Ferma la denuncia
di Ninu: “E’ stato un grave errore politico sopprimere, a Pescara, il
Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, accorpando
tutto a Roma. L’Abruzzo deve essere messo in condizione di avere un
proprio Provveditorato regionale, con autonomia organizzativa e
gestionale, certamente utili ai servizi di Polizia Penitenziaria ed alla
gestione dei detenuti. E, per fortuna, il Governo Meloni sembra
orientato a riaprire l’Ufficio regionale a Pescara: speriamo che i tempi
siano brevi”.
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia
Penitenziaria che esprime solidarietà e vicinanza a tutto il Reparto
operativo di Sulmona, servono “interventi urgenti e strutturali che
restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo
in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole
d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea
nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze”. Il
riferimento del leader nazionale del SAPPE è alla necessità di
“prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali
presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene
e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i
detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti
nel circuito detentivo ordinario”. Ma Capece torna anche a sollecitare,
per la Polizia Penitenziaria, “la dotazione del taser, che potrebbe
essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione
(anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche
e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici)”.