13 Gennaio 2025 - 10:43:40

di Tommaso Cotellessa

Al termine delle festività natalizie Federalberghi traccia un bilancio da incorniciare, con un boom di presenze in regione.

Secondo quanto riportato dalla sigla infatti nelle strutture ricettive legate al turismo sulla neve si è registrato il tutto esaurito, oltre ad un significativo incremento del 40% delle presenze rispetto al 2023, mentre sulle stazioni sciistiche e nei borghi interni si sono toccate punte massime di arrivi.

Abbiamo registrato un aumento delle presenze di circa il 40% rispetto allo scorso anno, in particolare in provincia dell’Aquila. Un risultato legato al turismo della neve, con un boom di visitatori a cavallo delle festività natalizie“, ha dichiarato Giammarco Giovannelli, presidente Federalberghi Abruzzo e presidente Confcommercio Teramo, “grazie anche al buon innevamento delle piste, che ha consentito di recuperare quel margine percentuale perso nella scorsa stagione invernale a causa della carenze di neve”.

Tuttavia, se nell’aquilano i numeri sono stati da record nel teramano vi è stato un considerevole calo delle presenze, nella costa e la provincia di Teramo è stato infatti registrato un -30% circa di turisti, nello stesso periodo. Giovannelli ha spiegato che “se a livello regionale il dato è molto soddisfacente, con un Abruzzo sempre più orientato al settore turismo con una vocazione specifica, soprattutto nel periodo invernale, per la montagna, è necessario lavorare di più ad una programmazione volta ad una stagionalizzazione delle presenze, che non sia limitata ad alcuni periodi dell’anno. Un programma“, dice il presidente regionale di Federalberghi, “condiviso con gli attori principali: Regione, Comuni, le associazioni di categoria e la filiera ricettiva ed eno-gastronomica. In Abruzzo abbiamo giovani ristoratori e chef che hanno saputo reinterpretare l’eno-gastronomia legata alla cultura delle radici, al passato. Se a questo aggiungiamo la natura, il turismo plen air, escursionismo, storia, cultura e bellezze naturalistiche viene fuori un mix che può fare la differenza per attrarre flussi turistici tutto l’anno e in tutta la regione“.

Una dicotomia, quella dettata dalle percentuali delle presenze invernali nelle strutture ricettive abruzzesi, che spacca l’Abruzzo a metà: da una parte montagna e borghi, che tirano molto con un aumento di presenze stimabile intorno al 40% rispetto allo scorso anno, con punte di eccellenza per i comprensori sciistici di Campo Imperatore, di Ovindoli e Roccaraso, dall’altro la Costa e la provincia di Teramo con un 30% circa in meno di turisti.

Soffre molto anche la montagna teramana“, evidenzia Giovannelli, dove ci sono autorevoli imprenditori che hanno reinvestito puntando sulla ricettività, ma mancano le infrastrutture necessarie e i servizi a supporto di un turismo invernale stabile e qualificato. Questo, oltre a penalizzare gli imprenditori locali, funge da freno a mano rispetto alla scelta di chi decide di trascorrere le vacanze in Abruzzo”.

L’aumento delle presenze nella stagione invernale conferma per il territorio un trend di crescita già avviato, con un 3% in più di presenze complessive su base annuale rispetto al 2023 quando gli arrivi, nelle strutture alberghiere ed extralberghiere abruzzesi, sono stati 1 milione 745.372 e le presenze 6 milioni 804.820. “Numeri su cui lavorare per incrementare ulteriormente un risultato che, per il turismo invernale abruzzese, è estremamente positivo“, conclude Giovannelli, “e per rendere strutturale il sistema turistico della regione, a vantaggio degli operatori e di tutta la filiera“.