20 Gennaio 2025 - 14:32:51
di Vanni Biordi
Le nuove dinamiche politiche negli Stati Uniti destano preoccupazione per l’export italiano, in particolare per alcune aree del nostro Paese. Secondo un’analisi del Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, una possibile escalation della guerra commerciale tra USA e Cina, con un’estensione di dazi anche all’Unione Europea, potrebbe avere pesanti ripercussioni sul Made in Italy. Gli Stati Uniti rappresentano infatti il secondo mercato di sbocco per le nostre esportazioni.
L’indagine rivela una forte disparità territoriale in Italia per quanto riguarda l’esposizione al mercato statunitense. L’Aquila si posiziona come la seconda provincia italiana più esposta, con un valore del 18,6%, mentre Chieti si attesta al 54° posto con un’esposizione del 2,7%. A livello regionale, l’Abruzzo mostra un’esposizione del 5,8%, superiore alla media nazionale del 4%, collocandosi al quarto posto in Italia dopo Toscana, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia.
Nel 2024, l’export manifatturiero abruzzese verso gli USA ha raggiunto 1.732 milioni di euro, di cui 1.269 milioni provenienti dalla provincia dell’Aquila. Nei primi nove mesi del 2024, si è registrata una crescita del 23,2% delle esportazioni abruzzesi verso gli USA, con incrementi significativi nelle province di Pescara (+44,8%), Chieti (+32,15%) e L’Aquila (+28,4%), a fronte di un calo del 25% nel Teramano.
A livello nazionale, nei primi dieci mesi del 2024, l’export manifatturiero verso gli USA ha subito una diminuzione del 2,7%, un dato peggiore rispetto alla tenuta (-0,6%) registrata dall’export totale del Made in Italy. In controtendenza, si segnala la crescita (+3,9%) delle esportazioni nei settori con maggiore presenza di micro e piccole imprese (MPI), come alimentare, moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria, che nel 2024 ammontano a 17,9 miliardi di euro, oltre un quarto dell’export manifatturiero verso gli USA.
Il presidente di Confartigianato Chieti L’Aquila, Camillo Saraullo, sottolinea l’importanza di puntare sull’alta qualità delle produzioni italiane e di un’azione di sistema a livello nazionale per sostenere la competitività delle aziende sui mercati internazionali.
Non c’è dubbio che l’analisi di Confartigianato evidenzia una vulnerabilità dell’economia italiana, e in particolare di alcune aree come L’Aquila, di fronte a possibili tensioni commerciali internazionali. La forte dipendenza dal mercato statunitense rende queste aree particolarmente sensibili a eventuali inasprimenti dei dazi. Questo evidenzia la necessità di diversificare i mercati di sbocco per le nostre esportazioni, riducendo la dipendenza da un singolo partner commerciale. La crescita, seppur in controtendenza, dell’export delle PMI in settori chiave come l’alimentare e la moda, dimostra la resilienza e la capacità di adattamento di queste imprese. Però, è fondamentale un supporto concreto da parte delle istituzioni per sostenere la competitività e l’internazionalizzazione delle PMI, soprattutto in un contesto internazionale sempre più complesso. L’invito a puntare sulla qualità è cruciale, ma non sufficiente: servono politiche di supporto all’export, accordi commerciali vantaggiosi e investimenti in innovazione per garantire la tenuta e la crescita del Made in Italy sui mercati globali.