23 Gennaio 2025 - 19:12:12
di Martina Colabianchi
Arriva anche all’Aquila Base popolare, l’associazione politica fondata nel luglio 2023 dagli ex parlamentari Giuseppe De Mita, Gaetano Quagliariello e Marco Follini.
La sezione aquilana si è presentata in centro storico, nel locale Nero Caffè, facendosi portavoce di un programma che si vuole porre non solo in un ipotetico “centro” politico tra destra e sinistra, per combattere lo spettro del bipolarismo che sembra sempre più delinearsi, ma che vuole soprattutto sintetizzare la pratica delle azioni e la ricerca culturale, mettendo al centro il benessere della comunità.
“Noi ci mettiamo in una posizione di ascolto – spiega De Mita ai microfoni di LaQtv -. Oggi abbiamo una società fortemente disorientata, e gli indizi sono l’astensione e la volatilità elettorale. Questo ci dice che il nostro equilibrio bipolare è finto, le persone non si riconoscono più, noi non abbiamo le risposte ma vogliamo costruire insieme le domande, individuare le priorità delle questioni e partendo dai territori, con l’orizzonte dell’Europa, ricostruire la democrazia attraverso la partecipazione delle persone, non attraverso il potere. Il potere è un momento dell’agire politico, ci può essere come ci può non essere. La qualità e la capacità di rappresentare i bisogni delle persone sono, invece, l’elemento fondante e fondativo. Questo si fa ancorandosi ad una cultura, non c’è agire nella medicina, nel diritto, in qualunque professione senza un radicamento culturale. Anche le politiche, anche la politica ha le sue culture. La nostra è quella popolare, tradizionalmente quella vicina al popolo, non è ideologica, è realista e affronta i problemi specifici mettendo al centro la persona umana“.
Scuola, sanità, servizi alle persone: questi i punti cardine del programma politico di Base popolare.
“Noi non abbiamo più bisogno di innovazioni legislative, ma di comportamenti normativi. Non ci servirà riformare la scuola, ci servirà costruire un patto nelle comunità educative per dare un orizzonte ai ragazzi. Ci servirà costruire patti comportamentali tra primari, medici, infermieri, malati, perché queste diventino comunità di cura. I comportamenti hanno un valore normativo superiore alle norme, lo sapevano i romani che facevano le norme solo dopo che i comportamenti si erano affermati. Oggi noi abbiamo teorizzazioni: la riforma fiscale, la riforma della giustizia… e i comportamenti restano immutati. Noi vogliamo partire da quel punto che oggi ci sembra più sensibile nel conflitto storico tra diritti di libertà individuali e giustizia sociale”.
“Oggi questo attrito si tocca, paradossalmente, negli ambiti legati alla cura della persona, e la cura della persona principale è quella della scuola che è il destino della comunità. Il benessere non è economico, è empatico, è il contatto, è la solidarietà. Stiamo immaginando delle sperimentazioni con i nostri iscritti che insegnano nei liceo o che hanno cooperative sociali che si occupano di donne oggetto di violenza, noi vogliamo provare ad innovare nei comportamenti per individuare una modifica del presente“, conclude De Mita.