04 Febbraio 2025 - 12:55:04
di Martina Colabianchi
In Abruzzo, se ad oggi tutti i nostri capoluoghi rientrano nei limiti di legge secondo la normativa attuale, rispetto ai valori previsti dalla nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, solo l’Aquila è già pronta ai nuovi target, seguita, come qualità dell’aria, da Teramo, Chieti e Pescara, che risulta anche tra i 23 capoluoghi di provincia con la concentrazione media annuale più alta di NO2 (biossido di azoto).
È quanto emerge dal nuovo report di Legambiente “Mal’Aria di città 2025“, che ha analizzato nei capoluoghi di provincia i dati relativi alle polveri sottili (PM10) e al biossido di azoto (NO2).
Nel 2024, 25 città, su 98 di cui si disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per il PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento – dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano.
In cima alla classifica troviamo Frosinone per il secondo anno di fila e Milano, entrambe con 68 giorni oltre i limiti consentiti. Al terzo posto assoluto si posiziona Verona, seguita da Vicenza.
Se per le medie annuali di PM10 e NO2 nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, a partire dal 1° gennaio 2030.
Per il PM10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto.
Al 2030, 70 città sarebbero dunque fuorilegge. Tra le città più indietro, che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%, si segnalano Verona, Cremona, Padova e Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo. Il quadro non migliora con il biossido di azoto (NO2): oggi, il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/m³. Le situazioni più critiche si registrano a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%.
«Con soli cinque anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti europei al 2030, dobbiamo accelerare drasticamente il passo – dichiara Silvia Tauro, presidente di Legambiente Abruzzo-. È una sfida parte dalle città ma richiede il coinvolgimento di regioni e governo, in un approccio integrato tra politiche del clima, della qualità dell’aria e dell’energia».
«Dalla mobilità, – prosegue Tauro – con un trasporto pubblico locale efficiente e che punti drasticamente sull’elettrico e più spazio per pedoni e ciclisti, alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico, le misure da adottare sono chiare e le tecnologie pronte: quello che manca è il coraggio di fare scelte incisive per la salute dei cittadini e la vivibilità delle nostre città».
«I dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento – continua Silvia Tauro – con le nostre città ancora lontane dagli obiettivi target. Le conseguenze coinvolgono anche la salute pubblica e l’economia. Alla luce degli standard dell’OMS, che suggeriscono valori limite molto più stringenti rispetto a quelli di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa ancora più critica: il 97% delle città monitorate supera i limiti dell’OMS per il PM10 e il 95% quelli per l’NO2. L’inquinamento atmosferico, infatti, è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 morti premature solo in Italia».