21 Febbraio 2025 - 17:14:07
di Martina Colabianchi
La sanità aquilana e le sue numerose problematiche stanno tornando, in questi giorni, al centro del dibattito politico. Infatti, dopo le tante criticità emerse nel corso della III Commissione consiliare sulla riabilitazione territoriale ed il Cup, anche la Cgil dell’Aquila torna ad attaccare duramente il manager della Asl 1 Ferdinando Romano, tornando a chiederne le dimissioni.
Il direttore, infatti, ha nuovamente chiesto un rinvio della Commissione di Vigilanza che avrebbe dovuto affrontare la questione relativa agli avvisi di pagamento fatti recapitare a molti cittadini aquilani per prestazioni prenotate e non effettuate.
«Ferdinando Romano, con il suo comportamento, conferma ancora una volta di essere un corpo estraneo al nostro territorio, confermando il totale disinteresse nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e delle cittadine e dei cittadini di questo territorio che avrebbero, invece, diritto ad avere risposte e certezze circa l’operato della Asl», scrive il segretario generale aquilano della Cgil Francesco Marrelli.
Molti degli avvisi recapitati ai cittadini, come ricorda Marrelli nella nota, sarebbero illegittimi sia per ragioni di tempo, le sanzioni dovrebbero cadere in prescrizione dopo cinque anni, sia per ragioni di prassi aziendale. Infatti, fino a poco tempo fa, per annullare una prenotazione bastava una semplice telefonata al Cup, che si limitava a comunicare solo verbalmente l’avvenuta disdetta.
«Ricordiamo, inoltre, – scrive Marrelli – che gli avvisi di pagamento di cui trattasi sono stati inviati ai cittadini e alle cittadine della Provincia dell’Aquila proprio in prossimità della fine dell’anno e, quindi, a chiusura del bilancio, su iniziativa di una Asl che risulta essere, nella Regione Abruzzo, quella con il maggior debito. Debito del quale, a quanto pare, dovrebbero farsi carico i cittadini e le cittadine, e cioè gli stessi che soffrono il malfunzionamento dei servizi sanitari dovuto all’attuale gestione della Asl 1».
Tante sono le ulteriori criticità che, secondo il sindacato, il manager Romano ancora non ha provveduto a risolvere ma che, anzi, «ha portato all’esasperazione, tra le quali, solo per citarne alcune, il mantenimento dei Nuclei di Cure Primarie, le liste d’attesa interminabili, la carenza di personale, il mancato scorrimento della graduatoria O.S., la mancata internalizzazione di tutto il personale attualmente operante all’interno dell’azienda sanitaria, il mancato pagamento, da almeno un anno, del corrispettivo per le prestazioni rese dalle società che forniscono i servizi di manutenzione e pulimento, la collocazione delle Case di Comunità all’interno, anziché all’esterno, degli ospedali, con conseguente deprivazione, per la cittadinanza, di un servizio essenziale di prossimità, il peggioramento del saldo di mobilità, l’aumento dell’esposizione debitoria della ASL1 (la più alta, va detto, nella Regione Abruzzo), la mancata riapertura della RSA nella struttura di Montereale, la desertificazione sanitaria nelle aree interne e più remote della nostra Provincia, l’incomprensibile trasferimento in locali adiacenti all’ospedale della riabilitazione territoriale».
«Come se ciò non bastasse, il direttore generale della Asl 1 non si presenta nelle sedi istituzionali all’uopo preposte per giustificare quanto fatto (o non fatto) finora, sfuggendo, quindi, a qualsivoglia responsabilità. La collettività avrebbe, invece, bisogno di risposte concrete, di certezze e, soprattutto, che il diritto alla salute venisse finalmente tutelato».
«Ribadiamo, pertanto, quanto già detto in passato – conclude Francesco Marrelli – : l’unica strada per superare le circostanze attuali, che rischiano di compromettere in via definitiva il nostro sistema sanitario, è quella delle dimissioni immediate del direttore generale, con l’avvio contestuale di una nuova fase di rilancio del sistema sanitario provinciale, a tutela del diritto al lavoro e al salario di tutto il personale che vi opera da un lato, e del diritto alla salute dell’intera collettività dall’altro».