Padovani "L’Abruzzo arretra, è ora di cambiare "
12 Agosto 2023 - 09:22:11
A pochi mesi alle elezioni regionali è tempo di bilanci: il governo
Marsilio deve essere valutato sulla differenza tra quanto promesso nel
suo “Programma di mandato” e quanto effettivamente realizzato. La
risposta è purtroppo semplice, basta sfogliare il documento: la gran
parte degli impegni programmatici sono rimasti lettera morta.
Non sorprende pertanto che l’Abruzzo di oggi sia oggettivamente peggiore
rispetto a cinque anni fa. La regione arretra e gli ultimi indicatori
statistici disponibili (Istat e Svimez) mostrano un Abruzzo che arranca,
con un sistema economico in oggettiva difficoltà in quanto a valore
aggiunto e con una decrescita veloce e considerevole. Male
l’agricoltura, male l’industria, male i servizi, malissimo le
costruzioni. Aumentano povertà e disagio sociale, i giovani vanno via
alla ricerca di miglior sorte, la popolazione invecchia e diminuisce più
della media italiana. La sintesi di tutta l’incapacità del governo
regionale è il progressivo declino della produttività (prodotto per
occupato), un declino strutturale che continuerà se continuerà
l’inconcludente gestione marsiliana.
Ancora più drammatica la situazione delle aree interne, stante la
mancanza di politiche regionali di sostegno e sviluppo. La Sanità
aquilana è in corso di smantellamento, mentre il Capoluogo è stato
tagliato fuori da ogni rilevante opera infrastrutturale, completamente
emarginato dalle grandi direttrici della mobilità. Dimenticato un
territorio vasto, popolato e produttivo come la Marsica: dopo cinque
anni di promesse, registriamo un nulla di fatto sul fondamentale
impianto irriguo del Fucino a sostegno di una filiera agro-alimentare di
enorme importanza attuale e prospettica, per non parlare del rilancio
del Tribunale. La ferrovia Roma-Avezzano-Pescara, una delle opere
principali promesse da Marsilio, è l’oggetto di sfavillanti convegni e
continue promesse, ma i fatti sono molto diversi. I fatti sono che
l’opera è stata recentemente esclusa dal PNRR, e con le poche risorse
disponibili sarà possibile velocizzare solo la tratta Pescara-Interporto
di Manoppello (ovviamente è un caso che si parta dalla costa). Le aree
interne devono accontentarsi dei convegni e delle promesse, attendere il
reperimento di ingenti risorse sostitutive (mancano 12miliardi di euro),
operazione difficile in tempi di magra della finanza pubblica. Dopo
cinque anni di nulla l’opera, se mai si farà, sarà comunque una
responsabilità del prossimo presidente. Marsilio ha quindi mancato pure
un altro obiettivo prioritario del suo Programma, ovvero l’attivazione
del grande corridoio tirreno-adriatico della mobilità, e l’Abruzzo ora
rischia l’emarginazione dai grandi flussi europei merci e passeggeri
verso gli importantissimi mercati asiatici.
La Sanità regionale è nettamente peggiorata negli ultimi anni e ne sanno
qualcosa le migliaia di nostri concittadini costretti a curarsi in
privato o in altre regioni a causa di vergognose liste di attesa.
Fallimentare pure la gestione della risorsa acqua, con reti colabrodo
che in Abruzzo disperdono il 40%, molto di più della media nazionale,
dove la Regione non è riuscita a realizzare alcuna efficace ed organica
programmazione di investimenti e manutenzioni nonostante le ingente
linee di finanziamento disponibili. Zero di fatto pure sull’altra grande
priorità programmatica di Marsilio: la riduzione delle tasse…chi l’ha
vista?
L’elenco delle promesse non realizzate è drammaticamente lungo…le poche
cose in cantiere, come qualche investimento sui porti e l’allungamento
della pista dell’aeroporto di Pescara, sono dovute alle risorse di
masterplan recuperate dalla precedente Giunta.
Il Governo regionale si è dimostrato semplicemente incapace di
governare, ha fallito tutti gli obiettivi rilevanti del suo stesso
Programma ed ha fatto una politica di grandi promesse e piccolo
cabotaggio perché non è riuscito a fare altro, né ha minimamente aiutato
la sintonia politica con il Governo Meloni.
Ripartiamo dalle prossime elezioni per dare alla Regione la classe
politica che merita, in grado di riportare un Abruzzo oggi deragliato
sul sentiero virtuoso di uno sviluppo solido, equo, sostenibile.
Marsilio deve essere valutato sulla differenza tra quanto promesso nel
suo “Programma di mandato” e quanto effettivamente realizzato. La
risposta è purtroppo semplice, basta sfogliare il documento: la gran
parte degli impegni programmatici sono rimasti lettera morta.
Non sorprende pertanto che l’Abruzzo di oggi sia oggettivamente peggiore
rispetto a cinque anni fa. La regione arretra e gli ultimi indicatori
statistici disponibili (Istat e Svimez) mostrano un Abruzzo che arranca,
con un sistema economico in oggettiva difficoltà in quanto a valore
aggiunto e con una decrescita veloce e considerevole. Male
l’agricoltura, male l’industria, male i servizi, malissimo le
costruzioni. Aumentano povertà e disagio sociale, i giovani vanno via
alla ricerca di miglior sorte, la popolazione invecchia e diminuisce più
della media italiana. La sintesi di tutta l’incapacità del governo
regionale è il progressivo declino della produttività (prodotto per
occupato), un declino strutturale che continuerà se continuerà
l’inconcludente gestione marsiliana.
Ancora più drammatica la situazione delle aree interne, stante la
mancanza di politiche regionali di sostegno e sviluppo. La Sanità
aquilana è in corso di smantellamento, mentre il Capoluogo è stato
tagliato fuori da ogni rilevante opera infrastrutturale, completamente
emarginato dalle grandi direttrici della mobilità. Dimenticato un
territorio vasto, popolato e produttivo come la Marsica: dopo cinque
anni di promesse, registriamo un nulla di fatto sul fondamentale
impianto irriguo del Fucino a sostegno di una filiera agro-alimentare di
enorme importanza attuale e prospettica, per non parlare del rilancio
del Tribunale. La ferrovia Roma-Avezzano-Pescara, una delle opere
principali promesse da Marsilio, è l’oggetto di sfavillanti convegni e
continue promesse, ma i fatti sono molto diversi. I fatti sono che
l’opera è stata recentemente esclusa dal PNRR, e con le poche risorse
disponibili sarà possibile velocizzare solo la tratta Pescara-Interporto
di Manoppello (ovviamente è un caso che si parta dalla costa). Le aree
interne devono accontentarsi dei convegni e delle promesse, attendere il
reperimento di ingenti risorse sostitutive (mancano 12miliardi di euro),
operazione difficile in tempi di magra della finanza pubblica. Dopo
cinque anni di nulla l’opera, se mai si farà, sarà comunque una
responsabilità del prossimo presidente. Marsilio ha quindi mancato pure
un altro obiettivo prioritario del suo Programma, ovvero l’attivazione
del grande corridoio tirreno-adriatico della mobilità, e l’Abruzzo ora
rischia l’emarginazione dai grandi flussi europei merci e passeggeri
verso gli importantissimi mercati asiatici.
La Sanità regionale è nettamente peggiorata negli ultimi anni e ne sanno
qualcosa le migliaia di nostri concittadini costretti a curarsi in
privato o in altre regioni a causa di vergognose liste di attesa.
Fallimentare pure la gestione della risorsa acqua, con reti colabrodo
che in Abruzzo disperdono il 40%, molto di più della media nazionale,
dove la Regione non è riuscita a realizzare alcuna efficace ed organica
programmazione di investimenti e manutenzioni nonostante le ingente
linee di finanziamento disponibili. Zero di fatto pure sull’altra grande
priorità programmatica di Marsilio: la riduzione delle tasse…chi l’ha
vista?
L’elenco delle promesse non realizzate è drammaticamente lungo…le poche
cose in cantiere, come qualche investimento sui porti e l’allungamento
della pista dell’aeroporto di Pescara, sono dovute alle risorse di
masterplan recuperate dalla precedente Giunta.
Il Governo regionale si è dimostrato semplicemente incapace di
governare, ha fallito tutti gli obiettivi rilevanti del suo stesso
Programma ed ha fatto una politica di grandi promesse e piccolo
cabotaggio perché non è riuscito a fare altro, né ha minimamente aiutato
la sintonia politica con il Governo Meloni.
Ripartiamo dalle prossime elezioni per dare alla Regione la classe
politica che merita, in grado di riportare un Abruzzo oggi deragliato
sul sentiero virtuoso di uno sviluppo solido, equo, sostenibile.