13 Marzo 2025 - 16:53:50

di Martina Colabianchi

Il progetto di legge regionale per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile continua a far discutere associazioni e sindaci delle aree interne.

È il turno di Legambiente Abruzzo che, seppur lodando l’intento di apportare una maggiore chiarezza normativa, ne sottolinea alcune criticità che già la comunità del Parco Sirente-Velino aveva evidenziato nei giorni scorsi. Anche Legambiente critica, infatti, l’esclusione a priori dei territori ricadenti nelle aree protette, a cui verrebbero così precluse le possibilità di sviluppo sostenibile.

«La conservazione – si legge nella nota – non può essere interpretata come un vincolo assoluto che esclude ogni forma di innovazione e sviluppo compatibile con la tutela ambientale».

«Le limitazioni imposte dal nuovo quadro normativo rischiano di essere una condanna per le aree interne dell’Abruzzo – dichiara Silvia Tauro, presidente di Legambiente Abruzzo che già soffrono di spopolamento e crisi economica. Il divieto assoluto di installazione di impianti in vaste porzioni del territorio, sottrae opportunità di sviluppo e di rilancio economico basato su un modello energetico sostenibile. Occorre un approccio più equilibrato che consenta alle comunità locali di beneficiare della transizione energetica, senza subire vincoli che favoriscono solo alcune zone a scapito di altre».

Legambiente ribadisce, quindi, che le aree protette non devono essere percepite come luoghi di divieto assoluto, ma come laboratori di innovazione e sostenibilità. Il futuro della tutela ambientale passa attraverso modelli di gestione che coniughino protezione e sviluppo, rendendo questi territori protagonisti della transizione ecologica e della produzione di energia pulita.

L’associazione ambientalista ricorda, poi, quanto evidenziato dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 3 della legge regionale della Sardegna n. 5 del 2024, che prevedeva una moratoria di 18 mesi per l’installazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, in attesa dell’approvazione della legge regionale per l’individuazione delle aree idonee. La Corte ha ravvisato chiaramente l’incostituzionalità della norma proprio perché, al pari di qualsiasi previsione di veto indistinto, è in contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione sanciti a livello europeo e recepiti a livello nazionale.

Legambiente chiede quindi alla Regione Abruzzo di rivedere le disposizioni che penalizzano la diffusione delle rinnovabili e di garantire un equilibrio tra tutela del territorio e sviluppo sostenibile.

«L’Abruzzo – conclude la nota – ha tutte le potenzialità per essere un modello di riferimento nella gestione delle energie rinnovabili, ma è necessario un quadro normativo che non penalizzi le aree interne e che non imponga vincoli illogici alla transizione ecologica».

Pd Marsica: «Il Fucino sia escluso dalle aree idonee alle rinnovabili»

«La legge in discussione in Consiglio regionale sulle aree idonee all’installazione di pannelli fotovoltaici va cambiata perché, cosi come proposta dal centrodestra, rischia di avere conseguenze negative per l’agricoltura e, in particolare, per il Fucino. Il testo, contiene disposizioni che vanno a danneggiare fortemente il polo agricolo più importanti della nostra regione».

Così, in una nota, il coordinamento marsicano del Partito Democratico che sottolinea dal canto suo la necessità di salvaguardare l’agricoltura.

«Siamo fermamente convinti dell’importanza dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, ma crediamo sia necessario un equilibrio che garantisca la tutela delle terre fertili del Fucino. Non possiamo permettere che questi terreni, strategici per la produzione agricola di qualità, vengano destinati a impianti fotovoltaici che comprometterebbero irrimediabilmente il futuro del settore primario».

«Siamo in costante contatto con i nostri consiglieri regionali, che hanno già avanzato proposte per correggere il testo della legge, e non arretreremo dalle nostre posizioni fino a quando non avremo l’assoluta certezza che il Fucino sia escluso dalle aree idonee all’installazione di impianti fotovoltaici. Il nostro obiettivo è quello di inserire misure che tutelino espressamente il Fucino e l’intero comparto agricolo, valorizzando le produzioni riconosciute con marchi di qualità comunitari, come la DOP, il biologico e l’IGP della Patata. Questi prodotti rappresentano un pilastro strategico per l’economia agricola regionale e devono essere adeguatamente salvaguardati».

«Chiediamo con forza che la maggioranza approvi le nostre proposte per tutelare i terreni agricoli dall’espansione indiscriminata degli impianti fotovoltaici. Va trovata una soluzione che permetta di coniugare la transizione energetica con la tutela del nostro patrimonio agricolo. Per il Fucino chiediamo risorse e investimenti per la manutenzione dei canali, il miglioramento della viabilità e la realizzazione di un impianto irriguo moderno ed efficiente. Il centrodestra dimostri con i fatti di voler sostenere il Fucino e il suo settore agricolo, anziché penalizzarlo», concludono.