21 Agosto 2023 - 09:06:41

Di Gianguido D’Alberto

Negli ultimi cinque anni il nostro Abruzzo ha perso centralità e
competitività, e questo principalmente a causa di gestione
politico-amministrativa, quella dell’Amministrazione Marsilio,
caratterizzata dalla carenza totale di qualsiasi azione di
programmazione organica e strutturale che sapesse leggere la Regione in
tutte le specificità dei suoi territori.
Questo è stato il governo regionale della parcellizzazione degli
interventi, dei contributi a pioggia, di sostegni che nulla hanno a che
vedere con propri e veri investimenti sui territori. Una mancata visione
complessiva che si è concretizzata nell’assenza di azioni efficaci in
termini di programmazione sanitaria, di politica industriale e del
lavoro, di sostegno all’artigianato, all’agricoltura, di difesa del
territorio rispetto allo smantellamento dei servizi, a partire da quelli
bancari, in tema di connessione tra ricostruzione e rigenerazione, di
valorizzazione e rilancio delle aree interne, di una politica sociale e
dei servizi educativi.
Una situazione a fronte della quale la nostra Regione, che si apre al
prossimo quinquennio, ha bisogno di un radicale cambiamento e di un
progetto politico-amministrativo che superi i confini territoriali,
guardando all’Abruzzo nella sua interezza, come ad un territorio che
vuole e deve crescere tutto insieme, cancellando la dinamica di un
Abruzzo a basse e diverse velocità.
L’esigenza avvertita, in questo tempo, dai territori, dagli
amministratori, dalle diffuse e significative esperienze civiche delle
nostre realtà, è quella dunque di mettere al centro l’Abruzzo nel suo
complesso, di far partire dal basso le scelte, di partecipare alla
costruzione di una pianificazione politica che si ponga come alternativa
alla logica delle decisioni assunte altrove.
E’ arrivato il momento che tutte le scelte fondamentali per il nostro
territorio vengano assunte in Abruzzo, invertendo la logica di colonia
romana messa in campo dalla destra di governo. Il nostro territorio non
può più essere considerato come chiave di volta di equilibri nazionali.
Abbiamo apprezzato e condiviso il lavoro del tavolo politico di
confronto che, sulla scia della prima iniziativa svolta a Teramo, i
consiglieri regionali di opposizione hanno avviato il 21 luglio, con la
partecipazione ampia delle forze politiche e civiche, così come
riteniamo positivo l’esito della piattaforma programmatica che si è
definita nei giorni scorsi.
Adesso è il tempo di rilanciare e accelerare il percorso del tavolo di
regia politica su base regionale, nella consapevolezza che costruire
un’alternativa a questo governo regionale deve essere per noi un
imperativo morale: alternativa che non può prescindere dall’apertura
costruttiva, che vada oltre il perimetro partitico e che si proietti
verso l’aggregazione, attorno ad un progetto comune, di tutte quelle
esperienze che hanno dimostrato proprio in Abruzzo di saper ricucire e
valorizzare il rapporto tra partiti, forze civiche, progressiste e
riformiste, movimenti e cittadini.
Ovviamente per poter camminare insieme verso un progetto politico
vincente, esperienze civiche e forze politiche devono essere in un
rapporto paritetico. Solo un percorso così costruito consente infatti
di aprire una porta politico-amministrativa alla società civile ed avere
un consenso vero, solido, strutturato.
Abbiamo davanti una sfida molto più importante dei particolarismi di
ciascuno di noi. In questo contesto, insieme ed in modo partecipato,
con la spinta del territorio e la società, è indispensabile individuare
una figura che, oltre gli schemi tradizionali, sia capace di aggregare
intorno a sé un consenso ampio e trasversale, in grado di suscitare
entusiasmo, riconosciuto dalla comunità abruzzese, con la consapevolezza
che vinceremo le prossime elezioni se sapremo sentirci uniti intorno ad
un progetto innovativo e coraggioso nelle idee, nei modi di fare, nei
volti.
Oggi è decisivo essere disposti a fare un piccolo passo indietro
rispetto alle proprie ambizioni individuali e di parte, per farne uno
più grande in avanti, in favore di una comunità che crede ci possa
essere una alternativa alla destra che dinnanzi alla complessità del
governo della cosa pubblica ha da tempo fornito in Abruzzo risposte
inadeguate.
Le forze civiche d’Abruzzo ci sono. Torniamo, ora, a sederci insieme,
ascoltando i territori, per il confronto decisivo che ci consenta di
individuare subito il miglior interprete del Patto con l’Abruzzo, che il
futuro della nostra Regione ci ha chiesto di scrivere insieme.