09 Aprile 2025 - 11:07:46
di Tommaso Cotellessa
Il capogruppo in Consiglio comunale, nonché segretario provinciale, del Partito Democratico Stefano Albano è intervenuto sul tema del rilancio del centro storico, denunciando una continua e progressiva «desertificazione del cuore della città».
Risale a pochi giorni fa la notizia di un’ulteriore storica attività del centro storico che ha annunciato di trovarsi costretta a chiudere bottega, anche imputando questa sofferta decisione alle politiche poste in atto dall’amministrazione locale. Albano proprio facendo eco alle voci di alcuni commercianti chiede conto all’amministrazione «delle scelte sbagliate o, peggio ancora, delle scelte non fatte» e denuncia che «il centrodestra resta arroccato sulle proprie posizioni, affermando che tutto va bene. Il sindaco da addirittura del bugiardo a chi parla di degrado, dichiarando che per ogni attività che abbassa la saracinesca ne spuntano molte altre come funghi, raccontando una città che non esiste».

Per il segretario dem si è, infatti, rivelata fallimentare la strategia di puntare sulla produzione di eventi che avrebbero garantito un flusso costante di presenze, ed è proprio per questo che in alternativa all’approccio dell’attuale amministrazione lancia cinque punti da cui ripartire con un nuovo approccio, ben consapevole che non si tratti di una proposta esaustiva per tutte le criticità, questi cinque punti vogliono essere – come specifica lo stesso Albano – «un concreto punto di partenza per invertire la tendenza e arrestare il declino inesorabile cui il centro storico è ormai esposto e far rinascere il cuore della nostra amata città».
L’idea è quella di aprire una grande discussione in città, che coinvolga cittadine e cittadini, le associazioni e i comitati, gli ordini professionali, l’università e il GSSI, gli esperti con il preciso scopo di dare un contributo alla ricerca di soluzioni concrete per restituire vita e impulso al centro storico.
Le scuole
Al primo punto lanciato da Albano troviamo il tema delle scuole, con la precisa richiesta di riportare alcune scuole in centro storico. La scelta del sindaco di non riportare le scuole in centro è infatti per l’esponente dem «inaccettabile» e «motivata con argomentazioni utili solo a nascondere il fatto che questa giunta è stata pigra ed ha mancato di programmazione».
«Come si fa a dire che il centro storico dell’Aquila non è un luogo considerato adatto a ospitare le scuole a fronte dei 16 miliardi di euro che l’Italia ha speso per la ricostruzione? Nessuno ha mai proposto di ospitare le scuole in edifici storici, bisogna invece sfruttare le opportunità offerte dalle demolizioni e dalla ricostruzione, in cui, dentro una pianificazione efficace, si sarebbero potute e si possono ancora fare delle permute per nuove costruzioni moderne e sicure, in grado di offrire spazi, laboratori e palestre adeguate”, prosegue il capogruppo del Pd. «Attorno alle scuole ruota la riqualificazione di intere aree urbane in importanti città italiane ed europee, proprio grazie al fatto che la loro presenza attrae funzioni pubbliche e private in grado di dare impulso alla residenzialità, alla vita sociale, al commercio».
Uffici e residenzialità
Il secondo punto riguarda invece il tema degli uffici e della residenzialità, per il Albano è assurdo che il Comune sia ancora dislocato in circa 17 sedi diverse, la stragrande maggioranza delle quali fuori dal perimetro delle mura storiche e di proprietà di privati, pagando ben un milione di euro l’anno di fitti passivi. La proposta avanzata dal capogruppo è quella di riportare immediatamente gli uffici comunali in centro storico sfruttando il patrimonio immobiliare di proprietà comunale, al cui interno ci sono ben 102 fra spazi, locali e appartamenti già perfettamente agibili ma non ancora assegnati e quindi vuoti, derivanti dal meccanismo dell’acquisto equivalente. L’idea è inoltre quella di procedere analogamente con una strategia che consenta di potenziare politiche per la residenzialità.
Parcheggi e accessibilità
Al terzo punto Albano affronta l’annosa tematica dei parcheggi, per la quale invoca un’adeguata pianificazione, auspicando un piano straordinario e strategico per i parcheggi, connesso col piano della mobilità, che affronti il problema con sguardo lungo e non soltanto per mettere delle “toppe”, tenendo conto delle caratteristiche urbanistiche e dei flussi di traffico, con l’obiettivo di pedonalizzare progressivamente il centro storico, consentendone facilmente l’accessibilità che oggi risulta invece preclusa, specie nella zona di Piazza Duomo.
I servizi agli studenti
Al quarto punto Albano parla invece di università, denunciando che «l’amministrazione continua stancamente ad affrontare la questione con risposte ordinarie, ignorando come il centro storico abbia profondamente cambiato, negli anni della ricostruzione, il proprio rapporto con le realtà della formazione, due delle quali sono sorte proprio alle sue estremità, il polo di Scienze Umane a San Basilio, nei pressi della Fontana Luminosa e il GSSI, alla villa Comunale. Nessuna scelta è stata operata alla luce di questo semplice dato di fatto circa la pianificazione dei servizi, mentre si preferisce utilizzare gli appartamenti ATER di Cansatessa per alloggiare gli studenti e il Collegio di Merito D’Aragona si è di fatto bloccato».
Perciò Albano invoca un piano di potenziamento degli alloggi e servizi, in primis del trasporto pubblico locale a sostegno degli studenti, da redigere con la collaborazione dei due atenei, UNIVAQ e GSSI, e il protagonismo dei sindacati universitari.
Un nuovo bando fare centro
All’ultimo punto Albano affronta il tema del commercio evidenziando la necessità di indire un nuovo bando Fare Centro utilizzando i 110 nuovi milioni di euro di fondi Restart. Quello del Bando Fare Centro, lanciato nel 2017, ha rappresentato infatti per il capogruppo l’unico sostegno pubblico che in questi anni è stato declinato per aiutare la rinascita del centro storico, vedendo 453 beneficiari ammessi a finanziamento.
«È incomprensibile il motivo per cui il centrodestra ha deciso di non procedere a un nuovo bando, pur avendo in cassa da anni 47 milioni di euro di fondi RESTART, quelli della ricostruzione sociale ed economica, che avrebbero potuto aiutare notevolmente le attività economiche del centro, in particolare negli anni in cui sono state oppresse dagli effetti della pandemia. Eppure la ratio con cui venne istituito il bando era proprio quella di prevederne ulteriori edizioni, consentendo di ripopolare di esercizi pubblici anche quelle porzioni di centro storico, prima inagibili, mano a mano che tornavano ad essere fruibili dai cittadini».