24 Agosto 2023 - 10:12:18
di Martina Colabianchi
Si alza il sipario sulla 729° Perdonanza Celestiniana.
Ieri sera, alle 21.30, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha acceso il Tripode della Pace davanti alla Basilica di Collemaggio, il cui prato antistante era gremito di persone, in fila per entrare già dal tardo pomeriggio. Ha raggiunto la sua massima capienza il cosiddetto “Teatro del Perdono”, con 7.200 presenze, di cui 5000 sedute sulle sedie. Oltre a questi tantissimi, circa 3000, rimasti fuori dalle transenne, come c’era da aspettarsi considerando che per questa prima serata non era prevista prenotazione e l’ingresso era gratuito.
Il braciere è stato acceso con il Fuoco del Morrone che, come tradizione vuole da 44 anni, l’Associazione Comitato Festa Perdonanza Celestiniana ICH ha portato dall’eremo celestiniano di Sant’Onofrio (Sulmona) dal 16 agosto, e che è arrivata nel capoluogo abruzzese ripercorrendo il tragitto che Pietro Angelerio affrontò nell’estate del 1294, per arrivare all’Aquila e vestire le insegne da Papa (con il nome di Celestino V), dopo la proclamazione avvenuta nel conclave di Perugia del 5 luglio di quell’anno.
La Perdonanza di quest’anno inizia, poi, nel segno di un anniversario speciale: 40 anni sono trascorsi, infatti, dal primo Corteo della Bolla e l’ideazione della “Perdonanza moderna“, così come gli aquilani la conoscono e apprezzano, intuizione che si deve a Don Tullio De Rubeis che nel 1983, quando era sindaco dell’Aquila, ne fu promotore.
E proprio in sintonia con le celebrazioni della Perdonanza, che sempre mettono insieme storia e presente riattualizzando ogni anno il messaggio universale e senza tempo di Celestino V, anche il Cammino del Perdono è stato guidato da due figure che connettono il presente al passato: a condurre il fuoco a Collemaggio sono stati, infatti, Tullio De Rubeis, nipote dell’ex sindaco, e Italo Ettorre, l’ultimo tedoforo di 40 anni fa.
Suggestivi e pieni di significato gli interventi istituzionali che hanno preceduto l’accensione. Presenti sul palco, insieme al sindaco e alla conduttrice Lorena Bianchetti, il sottosegretario del Ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi, in rappresentanza del Governo, il vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, il presidente della Provincia, Angelo Caruso e l’arcivescovo dell’Aquila, il Cardinale Giuseppe Petrocchi.
Presenti anche il il Sottosegretario al Ministero delle imprese e del made in Italy, Fausta Bergamotto, e il Sottosegretario al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Luigi D’Eramo.
Biondi, nel corso del suo intervento, ha dato il via alla 729° Perdonanza riaccordandosi proprio a quanto avvenuto 40 anni fa e anche, con gratitudine, agli importanti eventi che in questo ultimo anno hanno contribuito a dare un impulso importante alla Perdonanza, consacrandola quale evento religioso di portata nazionale e sovranazionale:
“Stiamo per dare inizio alla 729° Perdonanza celestiniana, beneficiando ancora della presenza di Papa Francesco che ha reso unica e irripetibile la scorsa edizione. Sono anche trascorsi 40 anni dalla Perdonanza moderna, quella voluta dall‘allora sindaco Tullio De Rubeis che, con una visione non comune, costruì le basi per farne l‘evento religioso e laico che oggi conoscono anche al di fuori dei confini nazionali. Tanti sono stati gli obiettivi raggiunti, in particolare in questi ultimi sei anni nel segno della rinascita dell‘Aquila e del suo territorio. Certamente un impulso significativo si è avuto con il riconoscimento Unesco di patrimonio immateriale dell‘umanità, ma la svolta che ha fatto la differenza, dando il giusto valore alla Perdonanza celestiniana, prima nascosta nelle pieghe della grande storia, è stata l‘apertura della Porta Santa di Collemaggio da parte del Santo Padre. E, poi, lo svolgimento della conferenza stampa di presentazione dell‘edizione di quest‘anno a Roma, al Ministero della Cultura, accolta dal Ministro Gennaro Sangiuliano con queste parole: “la cultura religiosa è parte della cultura nazionale tutta”. Quella cultura nella cui energia rigeneratrice, come amministratori, abbiamo fortemente creduto in questi anni intensi e appassionati. Attraverso la cultura, forza tranquilla e fattrice di progresso abbiamo restituito alla vita la nostra comunità“.
“Oggi il fuoco della Perdonanza viene acceso non solo al Centro della nostra Città, – questo uno stralcio del discorso del Cardinale Petrocchi – ma anche nel Cuore del mondo. Si tratta di un fuoco “sacro”, perché suscitato dallo Spirito che si moltiplica in tante fiamme “individuali” e che, mantenendo la loro “appartenenza” alla stessa Fonte, provocano l‘ “effetto-unità”. In questo quadro globale, assumono un ruolo centrale le “virtù civiche” della solidarietà, dell‘altruismo, della onestà, del rispetto, della lealtà, della, laboriosità, della giustizia. Va sottolineato che le opere di carità, spirituale e materiale, hanno un versante ecclesiale, ma anche sociale: per questo sono pure “pubbliche virtù”. Mentre ciò che impoverisce o nega questi dinamismi produce patologie: etiche e collettive. Nella misura in cui – in sintonia con il “dettato” di Papa Francesco – L‘Aquila sarà “Capitale del Perdono”, diventerà pure, allo sguardo del mondo, esposizione di una Città integralmente “ricostruita” e di una Comunità felicemente “risorta”.
Il teatro del Perdono si è, poi, acceso con lo spettacolo “Un canto per la rinascita – di Guerra e di Pace“, che ha visto salire sul palco artisti di primo piano nella scena musicale italiana.
Quella di ieri sul palco di Collemaggio è stata una serata dedicata al racconto della guerra e della pace non solo nelle loro vesti più classiche, ma anche nel loro senso lato, meno scontato, ovvero quella guerra e quella pace che si vivono quotidianamente.
Tutto ciò è stato reso possibile dalla conduzione delicata di Lorena Bianchetti, dall’eccezionale semplicità di Albano, dalla voce struggente e appassionata di Violante Placido, dall’amore plastico e reale dei Coma Cose come dalla tenerezza e dall’entusiasmo di Alfa. Grazie a Paola Turci anche la violenza sulle donne trova spazio nella Perdonanza, mentre Mahmood porta con sé e con le sue canzoni l’abbattimento dei pregiudizi, valore imprescindibile per ogni tipo di perdono.
A far da cornice allo spettacolo, oltre alla magnifica Basilica di Collemaggio, sono state le voci e gli strumenti aquilani con l’orchestra dei giovani del conservatorio Casella e il canto delle corali aquilane.
Come in ogni grande evento che si rispetti, non è mancato qualche imprevisto: tre persone hanno accusato un malore, ma immediatamente il soccorso è intervenuto. Gli assistiti sono stati trasportati con l’ambulanza e gestiti dai medici del presidio sanitario allestito nei pressi della Basilica di Collemaggio.