14 Aprile 2025 - 18:23:42

di Redazione

In Abruzzo, come nel resto del Paese, si è raggiunto un nuovo record di denatalità: i nati sono 7.578 (-445 rispetto al 2022), con una riduzione di un terzo rispetto ai circa 11mila nati di inizio millennio (anno 2000).

Lo rileva l’Istat, che ha diffuso i dati regionali del censimento della popolazione aggiornato al 2023.
Il saldo naturale nella regione conferma la dinamica sfavorevole in corso, caratterizzata da un eccesso dei decessi (15.829) sulle nascite.

La diminuzione del numero dei nati è determinata sia dalla contrazione della fecondità, sia dal calo della popolazione femminile in età riproduttiva (15-49 anni). Prosegue il trend decrescente del tasso di natalità, dal 6,3 per mille del 2022 al 6,0 del 2023, valore più basso della media nazionale (6,4 per mille abitanti).

Tra le province, il maggior decremento (da 6,6 a 5,9 per mille nel 2023) si riscontra a Pescara; il valore minimo del tasso si registra a L’Aquila (5,8 per mille), il valore massimo a Teramo (6,3 per mille).
Rispetto all’anno precedente il numero dei morti diminuisce di 951 unità. Il decremento è del 5,7% sul 2022, inferiore al valore nazionale (-6,1%), e riguarda soprattutto la componente più anziana della popolazione, all’interno della quale si concentra la maggior parte dei decessi. Si tratta di un collettivo che, soprattutto nella sua componente più fragile, è stato particolarmente colpito dall’eccesso di mortalità negli anni della pandemia 2020-2022.

Conseguentemente, il tasso di mortalità in Abruzzo scende dal 13,2 nel 2022 al 12,5 per mille nel 2023, risultando tuttavia più elevato del tasso nazionale (11,4 per mille), in presenza di una popolazione mediamente meno giovane.

Nel confronto provinciale, le due province più giovani, Pescara e Teramo, presentano valori vicini alla media nazionale e il maggior decremento dei tassi di mortalità