17 Aprile 2025 - 18:29:24
di Tommaso Cotellessa
In un luogo antico, attorno a un testo altrettanto antico, un gruppo di giovani si è incontrato per parlare di presente e di futuro, alla ricerca di una modalità per prendersi cura del proprio tempo, della propria società e del proprio territorio.
Si può racchiudere in queste poche righe, sebbene non in maniera esaustiva, l’incontro che ha avuto luogo nella serata di domenica scorsa a L’Aquila, all’interno del magnifico convento dei frati cappuccini di Santa Chiara, che sovrasta la zona della Rivera. In questa cornice suggestiva si è svolto l’evento “Cantico delle Cre-attore”, inserito nel festival Sulle Orme di Francesco, organizzato dall’associazione Aquila Altera per celebrare l’ottavo centenario della composizione del Cantico delle Creature, il più antico componimento in lingua italiana, scritto da San Francesco d’Assisi.
Al centro dell’incontro, curato dai giovani dell’Ordine Francescano Secolare, sono state poste testimonianze di attuazione pratica del Cantico delle Creature. Questo prezioso testo, infatti, lodando il creato e riconoscendone la preziosa bellezza, affida all’essere umano la responsabilità di custodirla e preservarla, fino a sentirla parte di sé.
L’idea è stata dunque quella di costruire uno spazio laico di confronto in cui interrogarsi sul ruolo di responsabilità che ogni singolo cittadino detiene e su ciò che questo ruolo comporta. Farsi promotori di cura, infatti, dinanzi alla bellezza non è da considerarsi un gesto di generosità ma piuttosto un dovere da perseguire.
L’invito rivolto ai presenti è stato perciò quello di farsi cre-Attori di un processo creativo in cui la cura, la partecipazione e l’attivismo diventano centrali, vero e proprio lievito di una società consapevole di sé e della direzione da intraprendere.
Questo invito ha preso forma attraverso le esperienze di quattro giovani:
Luca, assegnista di ricerca e docente di disegno presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettura e Ambientale dell’Università degli Studi dell’Aquila,
Eleonora, assegnista di ricerca presso l’Osservatorio Astronomico d’Abruzzo,
Giorgia, attivista per l’ambiente nella città di Taranto,
Linda, fotografa e visual artist, appassionata di diritti umani.
Ognuno di loro ha raccontato il proprio incontro con la bellezza e di come essa abbia trasformato la loro vita, spingendoli a donarsi alle proprie passioni e a farsi custodi del creato, protagonisti della sua cura.
Queste testimonianze, unite a un momento di contemplazione della meravigliosa veduta che impreziosisce il convento di Santa Chiara, hanno rappresentato l’innesco per aprire un confronto sulla città dell’Aquila: sulle sue peculiarità, le potenzialità e i limiti del suo territorio.
L’incontro si è così arricchito di un dialogo proficuo, che segna l’inizio di un percorso di cura e attenzione verso ciò che abbiamo di più caro: la nostra società, la nostra casa e il nostro esserci. Come ogni evento che si rispetti, l’incontro si è concluso aprendosi a nuove prospettive comuni, in cui sentirsi e farsi cre-attori del proprio territorio e della propria comunità a partire da una lingua comune che raggiunga tutti e si faccia il più possibile inclusiva, proprio quella che il frate d’Assisi utilizzò nel XIII secolo componendo il primo testo della letteratura italiana.
È così che anche un testo tanto antico come il Cantico delle Creature può farsi motore di attivismo e partecipazione, continuando a suscitare emozioni e a smuovere passioni, anche a distanza di secoli. Chi era presente può darne testimonianza.