16 Aprile 2025 - 10:10:33
di Martina Colabianchi
Un adescamento sui social per un rapporto sessuale si trasforma in omicidio.
Succede nel Teramano, dove un uomo di 48 anni, Martino Caldarelli, di Isola del Gran Sasso, è stato ucciso a coltellate e buttato in un lago. Della vittima si erano perse le tracce venerdì scorso, quando era uscito di casa dicendo di dover andare in palestra. Ieri il tragico epilogo, quando è stato rinvenuto il corpo, con diverse ferite da arma da taglio, in un piccolo invaso artificiale della Val Vibrata, tra Sant’Omero e Nereto. Accusati dell’omicidio un uomo di 41 anni e una donna di 26 anni, ritenuti i responsabili dell’adescamento e del delitto, e attualmente in carcere.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, venerdì il 48enne, dopo essere stato adescato online, raggiunge l’abitazione della donna. Una volta lì si trova davanti la coppia e la situazione degenera, forse per un tentativo di rapina. Prima una violenta colluttazione, poi le coltellate. Il corpo di Caldarelli a quel punto viene trasportato in un’area di campagna a pochi chilometri dall’abitazione in cui si sono svolti i fatti e viene buttato in acqua, legato a un peso.
Le indagini, scattate inizialmente in relazione alla scomparsa dell’uomo, hanno subito portato gli investigatori nell’area della Val Vibrata, dove si trova l’ultima cella telefonica agganciata dal cellulare del 48enne. La svolta nell’attività investigativa c’è stata domenica sera, quando a Giulianova (Teramo) è stata ritrovata l’automobile della vittima. Il mezzo, una Fiat Panda, era stato riverniciato e dato alle fiamme, forse per cancellare eventuali tracce di Dna. Attraverso il telaio i carabinieri hanno accertato che si trattava proprio del veicolo di Caldarelli. Da quel momento gli inquirenti hanno cominciato a lavorare sull’ipotesi di una morte violenta.
Le successive indagini hanno consentito di ricostruire il contesto in cui sono maturati i fatti: un ambiente di persone che vivono di espedienti. Gli accertamenti hanno consentito di risalire alla donna, che, peraltro, stava per suicidarsi ed è stata salvata dagli investigatori.
E’ stata lei, con le sue dichiarazioni, a consentire di individuare il corpo. Da parte dei due, entrambi del posto, non c’è stata una vera e propria confessione, ma dichiarazioni “molto significative”, è stato sottolineato dagli inquirenti. La coppia ha precedenti per reati contro il patrimonio e legati alle sostanze stupefacenti. Accertamenti sono in corso su altri tentativi di adescamento recentemente messi in atto dalla coppia.
Ad occuparsi delle indagini sono stati i Carabinieri del Comando provinciale di Teramo, agli ordini del colonnello Pasquale Saccone, con quelli della Stazione di Isola del Gran Sasso e quelli del Nucleo Investigativo, sotto il coordinamento del procuratore capo Ettore Picardi e del sostituto Elisabetta Labanti. Il procuratore capo, in conferenza stampa, ha sottolineato che mancano gli ultimi dettagli, ma che si è vicini alla ricostruzione della vicenda e alla soluzione completa del caso.