26 Aprile 2025 - 09:52:52
di Martina Colabianchi
Nel 2025 il nostro Pil è destinato a sfiorare i 2.244 miliardi di euro. Questo implica che produciamo poco più di 6 miliardi di euro di reddito al giorno. Includendo anche i bambini e gli anziani, l’importo pro capite giornaliero medio nazionale ammonta a 104 euro.
Lo mette nero su bianco uno studio della Cgia Mestre, che inquadra la situazione italiana all’interno della complessa situazione internazionale e in un anno particolare, quello che stiamo vivendo, contrassegnato da numerosi ponti e giorni liberi dal lavoro.
Quest’anno lavoreremo 251 giorni, due in meno rispetto al 2024 che, comunque, era un anno bisesto. In termini di Pil, questo ci “costerà”, in linea teorica, 12 miliardi di euro. Un impatto economico equivalente a quello che potremmo subire dall’eventuale introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione Trump. Comunque sia, a livello europeo siamo annoverati tra i più stakanovisti: secondo l’Ocse, infatti, solo la Grecia (1.897), la Polonia (1.803), la Repubblica Ceca (1.766) e l’Estonia (1.742) registrano un numero di ore lavorate per occupato all’anno superiore al nostro che, segnaliamo, è pari a 1.734. In Francia sono 1.500 ore per occupato e in Germania 1.343.
Un dato, quello italiano, che va interpretato con attenzione: Cgia Mestre ricorda, infatti, che contiamo uno stock di ore lavorate molto elevato ascrivibile, in particolare, a un tasso di occupazione tra i più bassi di tutta Ue.
In questo quadro, restando in ambito prettamente italiano, l’Abruzzo, con un Pil pro capite giornaliero di 89,5 euro, si colloca in 12esima posizione in graduatoria e decisamente al di sotto della media italiana, che si attesta 104,3 euro. A livello regionale, la realtà più ricca è il Trentino Alto Adige con un Pil per abitante giornaliero di 152,8 euro. Seguono i residenti della Lombardia con 140,8, quelli della Valle d’Aosta con 134,5, quelli dell’Emilia Romagna con 123,8 e del Lazio con 121,3.
Restringendo il campo alle province, per imbattersi in una abruzzese dobbiamo scendere fino al 54esimo posto, dove troviamo Chieti con 82,8 euro di Pil pro capite giornaliero. Segue L’Aquila, al 58esimo posto con un Pil pro capite di 81,0 euro e infine, rispettivamente al 65esimo e al 64esimo posto, Teramo con 78,4 euro e Pescara con 77,8.
Al netto della Città Metropolitana di Milano che, ricorda la Cgia, conta oltre 3,2 milioni di abitanti ed è considerata la più importante area industriale e finanziaria del Paese, nelle prime 20 posizioni della classifica nazionale solo quattro province sono ubicate a Nordovest (Aosta, Genova, Brescia e Bergamo), mentre ben 13 sono collocate a Nordest (Bolzano, Bologna, Modena, Trento, Parma, Reggio Emilia, Vicenza, Trieste, Padova, Verona, Treviso, Belluno e Piacenza). Anche questa graduatoria dimostra come le realtà geografiche dove la presenza delle Pmi è più diffusa, sono anche le aree più virtuose dal punto di vista economico.