28 Aprile 2025 - 16:42:14
di Tommaso Cotellessa
In seguito alle critiche mosse dalla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (Fiab) dell’Aquila e sul progetto della ciclopedonale di via delle Fiamme Gialle, annunciato lo scorso giugno dal sindaco Pierluigi Biondi e recentemente approvato dal Consiglio Comunale, l’assessore alla Mobilità Paola Giuliani è intervenuta fonendo chiarimenti e invitando la federazione ad un confronto.
La Fiab, infatti, aveva espresso forti critiche sulla proposta, definendola «insufficiente e poco sicura». Al centro della contestazione, la larghezza prevista per il percorso – appena 2,5 metri – considerata troppo esigua per garantire la convivenza tra pedoni e ciclisti. L’associazione inoltre sottolineava come la promiscuità degli utenti alimenti potenziali conflitti e richiama le linee guida del Piano generale della mobilità ciclistica, che raccomandano la separazione dei flussi di traffico, salvo eccezioni.
«Non basta una semplice striscia asfaltata – ha dichiarato Fiab – serve una vera pista ciclabile, ampia almeno 4 metri come già avviene in altre zone d’Abruzzo». Secondo l’associazione, inoltre, il progetto rischierebbe di rimanere una “ciclovia” incompleta, data la presenza di traffico motorizzato sulla sede stradale attuale, utilizzata anche da residenti con mezzi privati. Preoccupazioni vengono espresse anche sulla creazione di un parcheggio di scambio previsto lungo il tracciato, visto come un incentivo all’uso dell’auto piuttosto che un vero supporto alla mobilità dolce.
Tuttavia, l’assessore Giuliani ha difeso la scelta sottolineando la necessità di rispettare i vincoli esistenti: «Non si tratta di una nuova pista ciclabile, ma dell’adeguamento del tracciato esistente, compatibilmente con le risorse disponibili e la conformazione del territorio».
Giuliani, inoltre spiega cin una nota che l’alternativa proposta da Fiab, ovvero la realizzazione di una nuova infrastruttura separata, avrebbe comportato «espropri, aumento dei costi e allungamento dei tempi burocratici, non compatibili con le richieste di ciclisti e podisti che da anni attendono un intervento di riqualificazione». Inoltre, lungo il percorso esistono abitazioni private che, secondo l’assessore, con la soluzione Fiab rischierebbero di vedere limitato l’accesso ai propri immobili.
L’amministrazione sottolinea i miglioramenti previsti: aumento della sicurezza, nuova illuminazione, videosorveglianza, oltre alla creazione del parcheggio di scambio, pensato per favorire l’accessibilità anche a chi non risiede nella zona ovest della città.
«Il nostro obiettivo è rendere più sicuro e fruibile un tracciato già oggi molto frequentato – conclude Giuliani –. Restiamo comunque disponibili al dialogo con Fiab per chiarire ogni aspetto del progetto».
La risposta di Fiab
«Gent.ma Assessora alla Mobilità del Comune dell’Aquila Avv. Paola Giuliani,
Abbiamo letto la Sua risposta a mezzo stampa riguardo il nostro commento sul percorso ciclopedonale di via delle Fiamme Gialle. Recepiamo con sorpresa il Suo invito finale a un dialogo aperto: oltre ad aver già acquisito di recente i dettagli dai tecnici del suo ufficio, già l’anno scorso abbiamo richiesto ufficialmente l’istituzione del Tavolo Permanente sulla Mobilità proprio a questo scopo, ricevendo un rifiuto per le vie brevi e nessuna risposta scritta ufficiale.
L’intento del Tavolo sarebbe proprio quello di far incontrare periodicamente tutti gli attori coinvolti nella pianificazione della mobilità urbana, comprendente non solo il settore di Sua competenza, ma anche altri settori comunali strettamente e necessariamente legati (ad esempio opere pubbliche, ricostruzione, ambiente, ecc.), enti del territorio (AMA, TUA, ecc.) e i numerosi comitati e associazioni di cittadini che si occupano di questi aspetti da vari punti di vista. Non a caso, i nostri comunicati sono indirizzati oltre che a Lei e alla stampa, anche a tutti questi altri soggetti menzionati, nonché a singoli cittadini che hanno sottoscritto la newsletter.
Constatiamo che non ha risposto nel merito delle nostre critiche principali al progetto in questione, ovvero
1) che si è optato per una soluzione che non accontenta né pedoni né ciclisti
2) che è un intervento avulso da qualsiasi contesto, come ad esempio i vicini centri abitati di Pettino, Coppito, Cansatessa, l’Università e i siti archeologici di Amiternum e S. Vittorino.
La risposta elusiva non fa quindi che confermare l’impressione generale, tra l’altro già esternata dalla nostra associazione due anni fa al primo annuncio di questo intervento, ovvero che la concezione e l’impostazione di questi e di altri interventi dell’amministrazione sia portata avanti a compartimenti stagni, senza alcuna visione del contesto e dei collegamenti tra i vari punti di interesse, in una logica ormai dimostratasi arretrata e perdente di una serie di luoghi mono-funzionali, distaccati e distanti tra loro, raggiungibili prioritariamente solo con auto privata e senza nessun reale potenziale beneficio né sulla ricucitura del martoriato tessuto socio-economico urbano né sullo sviluppo turistico.
Le nostre posizioni, sempre costruttive, corredate dai dati e mai ideologiche sono anche frutto della nostra esperienza italiana ed internazionale: siamo nel board dell’European Cyclist’s Federation a cui aderiamo da molti anni e siamo coordinatori per l’Italia di Eurovelo, la rete cicloturistica europea di ben 90.000 km. Inoltre la legge italiana n. 2 del 2018 sulla mobilità ciclistica ha adottato Bicitalia, la rete cicloturistica italiana mappata da FIAB in vent’anni di lavoro (volontaristico), che ora fa parte del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche.
A noi, come a molti altri, piacerebbe interloquire con i diversi settori del nostro Comune in un consesso unico, aperto e periodico, ma a quanto pare non ve n’è la benché minima intenzione».