Cerimonia benemerenza civica a Maresciallo carabinieri Giangrande e Martina Giangrande

29 Aprile 2025 - 10:04:18

Una cerimonia solenne, carica di emozione e di gratitudine, ha
illuminato ieri la Sala Consiliare del Comune di Avezzano, dove è stata
conferita la Medaglia d’oro di Benemerenza Civica al Maresciallo in
congedo Giuseppe Giangrande e a sua figlia Martina. Un atto sentito,
attraverso il quale la città ha voluto rendere omaggio a due esempi
viventi di coraggio, altruismo e amore incondizionato.
L’apertura della cerimonia, alla presenza delle massime autorità civili
e militari, è stata preceduta da un minuto di silenzio per Papa
Francesco e dall’esecuzione dell’inno nazionale, sottolineando il forte
legame tra il sentimento civile e quello spirituale che ha attraversato
l’intero evento.
Il Maresciallo Giangrande, gravemente ferito nel 2013 davanti a Palazzo
Chigi mentre tentava di salvaguardare cittadini inermi dall’attacco
armato di Luigi Preiti, da allora, ha riportato una grave paralisi degli
arti. La sua vita e quella di sua figlia Martina si sono intrecciate in
una battaglia quotidiana fatta di forza, resilienza e speranza. Martina,
nata ad Avezzano dove il papà ha lavorato per quasi 10 anni, tre mesi
prima dell’attentato avvenuto davanti a Palazzo Chigi, aveva perso la
madre.
«La Benemerenza civica – ha ricordato il presidente del Consiglio
comunale, Fabrizio Ridolfi – è l’attestazione di un dono d’amore
ricevuto. Con questo riconoscimento, la città di Avezzano intende
omaggiare due suoi figli, lontani nella geografia ma sempre vicini nel
cuore, per l’esempio straordinario che hanno saputo offrire. Dare senza
chiedere nulla in cambio crea legami indissolubili, come ci ha insegnato
Papa Francesco».
Un richiamo al valore delle radici, alla memoria e alla capacità di
rinascere dalle avversità è venuto anche dal sindaco Giovanni Di
Pangrazio, che nel suo intervento ha sottolineato: «Premiare Giuseppe e
Martina significa onorare il coraggio e la cura. Due virtù che vanno
oltre la celebrazione di oggi: sono fari per le nuove generazioni. La
nostra città, distrutta nel 1915 dal terremoto e poi ricostruita pietra
su pietra, sa che solo chi ama davvero riesce a generare nuova vita
anche dal dolore più grande».
Tra i passaggi più intensi della cerimonia, l’intervento del Prefetto
dell’Aquila, Giancarlo Di Vincenzo, che ha parlato di “riconoscimento al
sacrificio estremo” e di “profonda gratitudine per chi ha scelto, anche
a costo della propria incolumità, di anteporre il bene comune alla
propria vita”.
A portare il saluto della Chiesa, il Vescovo dei Marsi, monsignor
Giovanni Massaro, che ha invitato a “una pioggia di bene per irrigare i
cuori”, sottolineando come “la speranza possa nascere anche dal dolore e
dalla sofferenza, se vissuti nella luce dell’amore più grande”.
Parole vibranti sono arrivate anche dal Generale di Corpo d’Armata dei
Carabinieri, Salvatore Luongo, che ha voluto ricordare che «non esiste
carabiniere in congedo. Un carabiniere è carabiniere per sempre.
Giuseppe e Martina ci insegnano che il sacrificio, ovvero rendere sacro
un gesto, è un patrimonio che dobbiamo custodire e trasmettere alle
nuove generazioni».
Presenti in sala anche il professore di storia delle Istituzioni
Alessandro Acciavatti, l’assessore regionale Mario Quaglieri, il
medagliato d’oro Gianluca Carlomagno e, in collegamento, gli ex ministri
Mario Mauro e Angelino Alfano che erano al governo quando si verificò
l’attentato. Proprio Alfano ha rievocato il drammatico contesto
dell’attentato: «Quel giorno si voleva colpire un politico. Giangrande
ha pagato il conto più alto senza che fosse il suo. A lui e a sua figlia
va l’abbraccio di tutta la comunità nazionale».
La storia del Maresciallo e di sua figlia – insignita dell’onorificenza
di Cavaliere al Merito – è diventata nel tempo il simbolo di una
resistenza silenziosa, quotidiana, fatta di gesti piccoli ma
straordinari. Una testimonianza concreta di quella “dignità in azione”
che non fa rumore, ma che tiene accesa la fiaccola della solidarietà e
del coraggio civile.
La stessa Martina Giangrande, Cavaliere della Repubblica, ha
sottolineato “vivere una vita così non è facile e purtroppo è un dolore
costante. Però posso essere testimone che mio padre ha l’arma dei
carabinieri nel cuore e nella testa. Quel 28 aprile del 2013 ho fatto la
promessa a me stessa e a mio padre: che avrei garantito una vita
dignitosa a casa sua. Mio padre è carabiniere nella testa e nel cuore”.
La consegna della medaglia al carabiniere Giangrande sarà effettuata
ufficialmente da una delegazione del comune di Avezzano nelle prossime
settimane.
A chiudere la cerimonia, l’intervento toccante dell’avezzanese Gianni
Letta, figura di altissimo profilo istituzionale e morale, cittadino
onorario del capoluogo marsicano. Letta ha voluto esprimere la sua
personale commozione per una storia “che non è solo dolore, ma anche una
grande lezione di vita”. Rivolgendosi ai presenti, ha detto:
“avete visto la serenità, la naturalezza, il sorriso con cui ha parlato
di questo grande sacrificio. Martina rispetta le istituzioni. Il suo
discorso e il suo sorriso andrebbero scolpiti. Gratitudine infinita per
lei e per il padre. Come spesso succede, i carabinieri che sono lo Stato
si offrono a protezione e scudo degli altri” e poi “I carabinieri fanno
il loro dovere con un supplemento d’anima. Vegliano sull’ordine pubblico
come la mamma veglia sul bambino. Come Martina veglia sul suo papà”
L’intervento, accolto da un lungo applauso, ha sigillato una giornata
che resterà impressa nella memoria collettiva della città.