08 Maggio 2025 - 20:19:17
di Tommaso Cotellessa
In un tempo in cui le cronache sono spesso attraversate da eventi definiti “storici” con troppa leggerezza, gli eventi che si sono susseguiti in queste ore meritano pienamente tale definizione. La fumata bianca, accompagnata dal suono festoso delle campane, ha annunciato al mondo la nomina del nuovo Pontefice della Chiesa cattolica. Il cardinale Robert Francis Prevost è stato eletto Papa con il nome di Leone XIV, diventando il nuovo successore di Pietro.
La sua elezione ha colto molti di sorpresa. Nonostante il nome di Prevost fosse tra quelli circolati nei giorni scorsi come possibile candidato, la sua nomina non era tra le più attese. Tuttavia, il profilo del cardinale agostiniano – 69 anni, statunitense, missionario di lungo corso – ha saputo evidentemente unire e convincere i cardinali elettori.
Prevost è il primo Papa proveniente dagli Stati Uniti. La sua storia ecclesiastica è fortemente legata al Perù, dove ha servito come missionario e poi come vescovo per molti anni. È conosciuto per le sue posizioni progressiste e per essere una figura di mediazione all’interno della Chiesa, qualità che lo hanno reso vicino alla linea pastorale di Papa Francesco.
Fino a pochi giorni fa, ricopriva il prestigioso incarico di Prefetto del Dicastero per i Vescovi, ovvero il responsabile della selezione dei vescovi in tutto il mondo. È stato anche presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina e membro dell’Ordine dei Vescovi, il gruppo più alto in grado all’interno del Collegio cardinalizio.
Affacciandosi dal loggione della Basilica di San Pietro per il suo primo saluto e la benedizione Urbi et Orbi, Papa Leone XIV ha voluto subito lanciare un messaggio forte e chiaro: quello di una pace disarmata e disarmante, un appello accorato alla riconciliazione e all’unità, facendo eco alla costante invocazione rilanciata costantemente da Papa Francesco nel corso del suo pontificato affinchè le armi cessassero di imperversare nel mondo
«Vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie. A tutti: la pace sia con voi.»
Nel suo discorso ha ricordato con affetto il suo predecessore, Papa Francesco, proseguendone idealmente la benedizione pasquale. Ha rivolto un invito a costruire ponti, a farsi un solo popolo unito nella pace, e ha richiamato l’insegnamento di Sant’Agostino, fondatore del suo ordine religioso.
Papa Leone XIV ha infine salutato con commozione il Perù, paese a cui è rimasto profondamente legato. Ha ribadito la volontà di una Chiesa sinodale, capace di camminare unita, vicina alle persone più deboli e fragili. Il suo primo intervento pubblico si è concluso con un’invocazione alla Madonna di Pompei, suggellando una visione spirituale di apertura, compassione e speranza.
Nell’apertura di questo articolo abbiamo definito questa giornata storica ed è certo che senza timore di smentita è possibile affermare che si tratta dell’inizio di un tempo nuovo. I prossimi mesi rappresenteranno l’occasione per conoscere a fondo l’uomo giunto al soglio pontificio, ma una curiosità possiamo provare a notarla da subito. L’ultimo Papa a portare il nome di Leone si fece portatore di un documento, che rivoluzionò la chiesa e il mondo: l’enciclica Rerum Novarum. È certo che da questo momento storico non possiamo che aspettarci delle cose nuove.