12 Maggio 2025 - 17:23:27
di Tommaso Cotellessa
Un’assemblea pubblica rivolta all’intera cittadinanza fissata per domenica 18 maggio alle ore 16:30.
È questo lo strumento che le attiviste e gli attivisti di CaseMatte hanno scelto di adottare per rispondere alle dichiarazioni diffuse nelle scorse settimane da autorevoli esponenti del centro destra aquilano, nelle quali si annunciava l’intenzione di adottare tutte le misure necessarie per procedere allo sgombero del centro sociale.
Tanti i messaggi di solidarietà, provenienti da associazioni, esponenti politici e semplici cittadini, nei confronti di quel luogo, materiale e sociale, che va sotto il nome di CaseMatte, in cui parte degli aquilani riconoscono un presidio sociale importante per la vitalità e la tenuta del territorio.

«CaseMatte è stata aperta il 31 ottobre 2009 – ricordano in una nota gli attivisti – e da quel momento è diventata sede di eventi culturali, concerti, presentazioni di libri e un’attività politica che ha permesso ai cittadini e alle cittadine aquilane di confrontarsi, fare proposte, organizzare campagne e forme di protesta. È stato il luogo chiave della partecipazione attiva nel periodo del post-sisma e continua ancora oggi ad accogliere una ricca pluralità di collettivi, associazioni e artist3 (Fuori Genere, collaborazione 180 amici , UDS e Link, Gruppo di autocoscienza, slam poetry, studio di registrazione, skatepark). Il lavoro quotidiano che viene portato avanti su base volontaristica porta alla consapevolezza che uno spazio libero e liberato, in cui praticare l’autogestione come Casematte, sia ancora (e sempre) necessario in ogni luogo e tempo, e anche nella nostra città».
Numerosi sono i temi che si legano alla vicenda di CaseMatte, alla sua utilità, alla necessaria presenza di questo luogo, ma anche al suo futuro e alle prospettive che a partire da quell’ottobre 2009 si sono aperte per la città. Infatti parlare di Casematte vuol dire affrontare il tema degli spazi di socialità messi a disposizione del territorio aquilano, delle opportunità offerte alle giovani generazioni e al loro sviluppo artistico e culturale
«A L’Aquila infatti – si legge ancora nella nota – sono pochi gli spazi per vivere una socialità non mercificata ed ancor meno quelli dove sperimentare una politica apartitica. Per non parlare di luoghi in cui sia possibile dar vita ad una produzione artistica che sia davvero libera e slegata dalle logiche di performatività. Noi sappiamo che è sulla nascita e sullo sviluppo di questi luoghi che si gioca la vera alternativa alla solitudine, alla depressione, alla dipendenza, all’ignoranza, alla mancanza di presa sul presente. Sono questi luoghi sicuri per tutte le individualità non convenzionali».
Ma soprattutto parlare di CaseMatte vuol dire affrontare l’annosa questione dell’area dell’ex manicomio di Collemaggio, un luogo abbandonato nel centro della città, sul quale le prospettive e le proposte si aggrovigliano in un caos paralizzante. Resta ancora insoluta la lunga e controversa storia del Parco della Luna.
«Il 4 giugno 2015 più di 20 associazioni si riuniscono all’Aquila – ricordano ancora gli attivisti – per immaginare insieme un percorso per la riqualificazione dell’ex manicomio di Collemaggio e riescono ad elaborare un manifesto chiamato “Collemaggio cittadella solidale della creatività”. Con questo obiettivo comune si abbozza il progetto chiamato “Parco della Luna” che, in linea con la riqualificazione iniziata dal basso con l’attivazione della struttura di Casematte (edificio B6) e del contiguo progetto dell’albergo in via dei Matti n.0 (edificio B4), proponeva di riattivare altri 4 edifici dell’area (B8,B10,B11,B12) per dare spazio a molteplici attività culturali, artistiche e artigianali. Dopo dieci anni, a marzo 2025, la progettazione esecutiva è in corso ma è affidata senza bando pubblico a un gruppo selezionato di operatori, quando era invece specificata formalmente l’inclusione delle associazioni coinvolte nella presentazione del progetto iniziale, inclusa Casematte».
«Se l’esistenza di fondi dà una speranza, il rischio è quindi che la visione socio-culturale e la partecipazione attiva, concetti cardine del progetto presentato, vengano messe in secondo piano, a favore di una gestione che sembra ignorare il valore comunitario e partecipativo che aveva animato l’iniziativa. La riqualificazione del Parco di Collemaggio potrebbe rappresentare una grande opportunità ma solo se verranno mantenuti gli impegni e si riprenderà la visione di un progetto partecipato che sia realmente sostenibile, solidale e inclusivo. Per tanti anni, nonostante l’abbandono e il buio, abbiamo vissuto il nostro impegno nello spazio di CaseMatte anche come contributo a un processo più ampio. E vorremmo continuare a farlo, provando a stravolgere questa fase di inaridimento degli spazi di partecipazione, con l’entusiasmo della scoperta di nuove pratiche e di nuovi linguaggi».
L’invito è, dunque, quello di incontrarsi, parlarne e promuovere un processo di partecipazione dal basso che aiuti la città a riappropriarsi di un luogo materiale e immateriale di cui ha bisogno per la sua crescita e il suo sviluppo, nonché per il suo benessere.