14 Maggio 2025 - 12:38:56
di Tommaso Cotellessa
Il Tar dell’Abruzzo ha dichiarato cessata la materia del contendere fra la Regione Abruzzo e le associazioni animaliste, le quali avevano presentato ricorso contro la delibera della giunta regionale 509 dell’8 agosto 2024 con la quale si autorizzava l’abbattimento di 469 esemplari di cervo di cui 142 cuccioli con meno di un anno.
I giudici, infatti, non hanno ritenuto opportuno intervenire nel merito della vicenda, in quanto la stagione venatoria è terminata a marzo 2025 con la conseguente perdita di efficacia della delibera.
I giudici amministrativi, nello specifico, hanno preso atto «della mancanza di interesse alla pronuncia nel merito, atteso che l’atto impugnato aveva cessato i suoi effetti».
Nel commentare l’esito del pronunciamento del Tar l’avvocato Michele Pezone ha affermato «L’abbattimento dei cervi non c’è stato. Questo è il vero dato da sottolineare che, per noi, configura comunque una vittoria»
Per le associazioni animaliste, che dallo scorso ottobre hanno portato avanti questa battaglia legale, si tratta di un epilogo positivo per una vicenda che ha generato un grande movimento di mobilitazione; ricordiamo che oltre 140.000 cittadini hanno firmato la petizione online “Fermiamo la strage dei cervi in Abruzzo”, 60.000 persone hanno scritto direttamente al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, in migliaia hanno partecipato, insieme alle associazioni, a sit-in, manifestazioni e campagne social, e numerosi esponenti del mondo scientifico, culturale e istituzionale hanno sostenuto l’appello per la revoca del provvedimento.
In un primo momento i ricorrenti, impugnata la delibera, avevano visto rigettata dal la richiesta di sospensiva cautelare, assistendo al conseguente via libera all’abbattimento. Tuttavia l’ordinanza dei giudici amministrativi di primo grado è stata poi impugnata con urgenza al Consiglio di Stato che aveva ribaltato la decisione del Tar, accogliendo il ricorso cautelare delle associazioni. I giudici del Consiglio di Stato avevano quindi rimandato gli atti al Tar Abruzzo per una nuova decisione. Da qui l’udienza di merito con la quale il Tar «ha preso atto della mancanza di interesse alla pronuncia nel merito, atteso che l’atto impugnato aveva cessato i suoi effetti».
«Siamo stati noi stessi – chiarisce ancora Pezone – a sollevare la questione in udienza, spiegando che viene meno l’interesse a una pronuncia nel merito. È quanto avevamo già ipotizzato nei mesi scorsi, nel momento in cui il Tar aveva fissato l’udienza. Tuttavia la nostra battaglia ha avuto comunque un risultato certo: i cervi sono salvi».
Si conclude così una vicenda che ha animato il dibattito pubblico degli ultimi mesi, dando adito ad un’imponente mobilitazione, tanto delle associazioni animaliste quanto di semplici cittadini.
«Abbiamo ritenuto che non fosse necessario andare avanti nel processo davanti al TAR – hanno dichiarato LAV, LNDC-Animal Protection e WWF Italia – perché la sospensione stabilita dal Consiglio di Stato a novembre 2024 aveva di fatto reso per sempre inapplicabile la delibera regionale che autorizzava la caccia a questa specie simbolo della natura abruzzese. Contro la caccia ai cervi in Abruzzo vi è stata una mobilitazione senza precedenti: una petizione è stata firmata da oltre 140.000 cittadini, moltissime associazioni ambientaliste e di categoria hanno organizzato manifestazioni e sit-in, mentre il mondo della ricerca e della cultura hanno invitato ad un ripensamento. Di fronte alla volontà della Regione di andare avanti, siamo stati però costretti a ricorrere al giudice amministrativo che ha riconosciuto le nostre ragioni».
«La decisione del TAR arriva dopo la manifestazione di alcune sigle di agricoltori al Consiglio regionale abruzzese con la maggioranza che, per l’ennesima volta, ha preso in giro agricoltori e allevatori, promettendo soluzioni che poi non arrivano mai e che, soprattutto, non sono efficaci».
Le associazioni ribadiscono come la Giunta Marsilio si sia sempre rifiutata di confrontarsi nel merito della questione. «Nessuno ha mai negato che la convivenza tra attività agro-silvo-pastorali e fauna selvatica possa presentare dei problemi, ma la scienza ci ricorda come questi problemi possano essere affrontati molto più efficacemente con la prevenzione rispetto agli abbattimenti indiscriminati – aggiungono LAV, LNDC-Animal Protection e WWF Italia -. Ribadiamo la nostra disponibilità ad avviare tavoli di confronto per affrontare il tema dei danni in agricoltura. È una disponibilità che manifestiamo sia nei confronti del governo regionale che delle associazioni di categoria. Se invece si vorrà insistere sulla strada degli abbattimenti, saremo costretti a tornare a difendere gli interessi della fauna (patrimonio indisponibile dello Stato) e dei tantissimi che vogliono salvaguardarla».
M5S: «Sonora bocciatura per la destra che vuole risolvere tutto a fucilate»
Anche il Movimento 5 Stelle Abruzzo ha accolto con soddisfazione la notizia.
«È una vergogna – dichiara la consigliera regionale Erika Alessandrini– che in una Regione come l’Abruzzo, custode di parchi, biodiversità e bellezze naturali, si sia pensato di risolvere un problema complesso come quello della convivenza con la fauna selvatica con una mattanza legalizzata. Un atto crudele, ideologico e del tutto privo di visione. Il TAR ferma questa deriva, ma il danno d’immagine e politico per la nostra Regione è già grave. La delibera, fortemente voluta dall’assessore Imprudente e approvata dalla Giunta Marsilio, si è rivelata per quello che era: una misura approssimativa, brutale, priva di qualsiasi confronto con il territorio, con gli agricoltori, con le associazioni ambientaliste e con la comunità scientifica».
«Scaricare il peso delle inefficienze della Regione su animali innocenti e cacciatori, utilizzandoli come strumenti per lavarsi le mani dalle proprie responsabilità, è inaccettabile – incalza il capogruppo Francesco Taglieri –. La verità è che la Giunta Marsilio ha usato la fauna come capro espiatorio per coprire anni di inerzia nella gestione delle grandi problematiche dell’agricoltura e del territorio. Questo atteggiamento deresponsabilizzante non può più essere tollerato».
Ieri, davanti al Consiglio regionale, era andata in scena la protesta degli agricoltori per denunciare i danni causati dalla fauna selvatica.
«Le richieste che sono arrivate da chi lavora la terra sono legittime – proseguono i consiglieri pentastellati – e proprio per questo meritano risposte serie, fondate su dati scientifici, innovazione e confronto. Non carneficine improvvisate. ll Movimento 5 Stelle Abruzzo continuerà a promuovere soluzioni intelligenti e non cruente, come già avviene in molte aree europee: corridoi ecologici, tecnologie di prevenzione, aree tampone, monitoraggio e gestione sostenibile della fauna. Vogliamo un Abruzzo in cui l’ambiente sia tutelato e le esigenze del mondo agricolo vengano ascoltate davvero, non strumentalizzate – concludono Alessandrini e Taglieri –. Basta con la destra delle fucilate, degli annunci vuoti e della propaganda. Questa Regione merita amministratori all’altezza delle sfide complesse, non improvvisazione politica».