19 Maggio 2025 - 10:56:46
di Tommaso Cotellessa
È stato inaugurato questa mattina a Rigopiano il Giardino della Memoria, realizzato per commemorare il tragico crollo dell’Hotel Rigopiano, avvenuto il 18 gennaio 2017, a causa di una valanga che costò la vita a 29 persone.
A consentire la realizzazione di questo vero e proprio monumento è stata la Legge regionale 27/2022, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale dell’Abruzzo.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte numerosi parenti e conoscenti delle vittime, insieme al vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Blasioli, ai consiglieri regionali Vincenzo D’Incecco e Leonardo D’Addazio, e al sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti, in rappresentanza del Governo.

Rauti ha espresso la vicinanza dell’Esecutivo, sottolineando che il Giardino della Memoria non deve essere solo un luogo di ricordo e commemorazione, ma anche un monito alla responsabilità condivisa: quella della prevenzione e della riduzione del rischio.
«Dobbiamo investire nella formazione e in tutti gli strumenti a disposizione affinché tragedie simili non si ripetano più. Oggi è il giorno dell’abbraccio ai familiari delle vittime, ma anche del saluto ai sopravvissuti e alla comunità locale. Il Governo rinnova i suoi sentimenti di vicinanza e l’impegno concreto sulla prevenzione dei rischi».
Il vicepresidente Blasioli ha evidenziato l’importanza del Giardino come luogo di pace e preghiera per chi ha perso i propri cari, ma anche come spazio di riflessione e approfondimento per amministratori e cittadini:
«Questo deve essere un luogo in cui meditare con diligenza, perché ciò che è accaduto a Rigopiano non accada mai più».
Il consigliere D’Incecco, primo firmatario della legge che ha portato allo stanziamento per la realizzazione dell’opera, ha portato il saluto del Consiglio regionale:
«Siamo orgogliosi di aver dato un contributo importante. Questo deve essere un luogo della pace del cuore: il dolore non potrà mai essere cancellato, ma dobbiamo cercare di costruire un ricongiungimento tra la montagna e i familiari delle vittime, e anche tra ciascuno di noi e la montagna stessa».
