24 Maggio 2025 - 09:37:57
di Vanni Biordi
Il Superbonus continua a far parlare di sé, con una spesa che nei primi tre mesi del 2025 è salita di ulteriori 1,8 miliardi di euro, portando il costo complessivo a carico dello Stato a 126 miliardi. Anche se l’incentivo è sceso al 65% quest’anno e si prevede un “congelamento” nell’utilizzo per via dei vincoli normativi, la sua incidenza sulle finanze pubbliche rimane significativa, destinata a ridursi solo a partire dal 2026, salvo nuove modifiche legislative.
Analizzando i dati relativi ai primi 3 mesi del 2025 grazie alle tabelle realizzate dall’associazione Artigiani e piccole imprese Mestre, l’Abruzzo si posiziona al 5° posto per l’aumento degli oneri a carico dello Stato in termini percentuali, con un +2,4% rispetto a dicembre 2024. Questo si traduce in un incremento assoluto di 101,1 milioni di euro, portando la spesa totale nella regione a 4.401,4 milioni di euro. Questo dato colloca l’Abruzzo tra le regioni che, pur non avendo il cosiddetto “colpo di coda” di Campania, Marche e Molise, hanno comunque visto un aumento considerevole della spesa, superando la media nazionale dell’1,5%.
In particolare, il Superbonus ha interessato pochissimi edifici residenziali e questo ci dice che, nonostante un’importante spesa complessiva, il Superbonus ha coinvolto una percentuale relativamente bassa di edifici residenziali a livello nazionale, di preciso il 4,1%. Per quanto riguarda l’Abruzzo, sono state depositate 15.065 certificazioni, che rappresentano il 4,3% degli edifici residenziali presenti nella regione, precisamente 348.493 unità. Questo posiziona l’Abruzzo leggermente al di sopra della media nazionale, suggerendo un’adesione al Superbonus più marcata rispetto ad alcune regioni del Mezzogiorno, ma ancora distante dalle percentuali registrate in regioni come Veneto al 5,7% o Emilia-Romagna al 5,5%.
Sarebbe interessante, da parte dell’associazione Artigiani e piccole imprese Mestre, realizzare un’analisi più dettagliata relativa al costo medio per intervento per regione, i dati forniti indicano che a livello nazionale l’onere medio per edificio è stato di 252.147 euro. L’Abruzzo, abbiamo dedotto, in base ai dati di spesa complessiva e numero di certificazioni, rientra in un contesto dove il costo per intervento è molto alto, come del resto in gran parte del territorio nazionale.
Il Superbonus ha contribuito alla crescita del PIL italiano tra l’1,4% e il 2,6% nel biennio 2021-2022, ma ha generato anche diverse criticità. La Banca d’Italia ha evidenziato che i benefici ambientali compenserebbero i costi statali in quasi 40 anni, e che una parte significativa degli interventi, diciamo il 25%, sarebbe stata realizzata comunque, con un aggravio per le casse pubbliche di almeno 45 miliardi di euro. La natura regressiva dell’agevolazione, che ha favorito maggiormente le persone più abbienti, è stata sottolineata anche dalla Corte dei Conti.
Dal punto di vista tecnico, l’incremento del 20% dei costi di costruzione tra il 2020 e il 2023, di cui la metà attribuibile al Superbonus, ha avuto un impatto negativo anche sugli appalti pubblici, causando revisioni dei prezzi, rallentamenti o sospensioni dei lavori. Inoltre, la fretta nella realizzazione degli interventi, dettata dalle scadenze delle agevolazioni, potrebbe tradursi in problemi strutturali futuri per gli edifici coinvolti. La nascita e la successiva chiusura di molte piccole attività edili, provocate dall’entusiasmo dell’incentivo, evidenzia una distorsione del mercato del lavoro e una mancanza di stabilità nel settore.
Nota a margine: l’Abruzzo, come il resto d’Italia, si trova a fronteggiare l’eredità di una misura che, pur avendo stimolato l’edilizia e l’occupazione, ha generato un onere finanziario significativo e ha evidenziato diverse problematiche di carattere economico e tecnico. Aveva ragione la Meloni?