26 Maggio 2025 - 18:27:48
di Tommaso Cotellessa
Con motivazioni giudicate dai consiglieri di opposizioni «gravi e inaccettabili» il Consiglio comunale dell’Aquila ha bocciato l’ordine del giorno in sostegno alla proposta di legge sulle misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza legate a sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità, nota come Ddl Zan.
L’iter del documento era partito mesi fa, quando la capogruppo di L’Aquila Coraggiosa, Simona Giannangeli, aveva illustrato l’ordine del giorno dinanzi all’intera assise civica che, dopo averlo discusso, aveva deciso di disporre un approfondimento delle tematiche all’interno della III commissione consiliare. Sul percorso di approfondimento la commissione ha lavorato avviando una fase di ascolto a cui hanno preso parte numerose associazioni attive sul territorio, nonché dell’onorevole Alessandro Zan promotore della proposta di legge che porta il suo nome.
Tuttavia, conclusa la fase di ascolto, il documento è tornato in Consiglio comunale, dove la maggioranza ha bocciato la proposta con la quale si chiedeva al Comune dell’Aquila di farsi promotore, presso il Parlamento, della ripresa del dibattito sul DDL Zan, con il preciso scopo di colmare quella che dai promotori del documento viene ritenuta una lacuna legislativa nel codice penale, dove l’articolo 604 bis non contempla i reati d’odio legati all’identità di genere, all’orientamento sessuale e alla disabilità, al contrario di quanto già previsto per razza, etnia e religione.
Tra i punti proposti dall’opposizione anche l’adesione del Comune alla Rete RE.A.DY. (Rete nazionale delle Pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), l’invio dell’odg ad ANCI, e la promozione sul territorio di campagne comunicative e culturali contro sessismo, omofobia e transfobia, con iniziative nelle scuole, negli uffici pubblici e nei luoghi di lavoro.
La bocciatura dell’odg, arrivata dopo un dibattito definito «acceso» dagli stessi proponenti, è stata motivata — si legge nella nota dell’opposizione — da affermazioni ritenute «gravissime e inaccettabili». Alcuni esponenti della maggioranza hanno negato l’esistenza di un’emergenza discriminatoria in Italia, sostenendo che «gli strumenti normativi esistenti sono sufficienti» e che «non vi sono numeri tali da giustificare nuovi interventi legislativi».
«La destra ha contraddetto se stessa – prosegue la nota firmata dai consiglieri Giannangeli, Pezzopane, Albano, Palumbo, Rotellini, Romano, Tomassoni – proponendo l’istituzione di uno sportello comunale per la tutela contro le discriminazioni, mentre affermava che non vi è alcuna emergenza in materia».
Parole di apertura sono arrivate dall’assessore Ersilia Lancia, che ha riconosciuto il ritardo del Comune dell’Aquila su questi temi. Ma neppure le misure concrete proposte per il territorio comunale sono state votate dalla maggioranza: «Non si è voluto nemmeno assumere l’impegno minimo per dotare il Comune di strumenti dignitosi e doverosi per promuovere una cultura dell’accoglienza e del rispetto delle differenze”.
A rendere ancora più urgente e simbolica l’adozione di politiche locali antidiscriminatorie, gli oppositori hanno ricordato i gravi fatti di cronaca avvenuti recentemente all’interno dell’Ateneo aquilano, tra cui l’aggressione a una studentessa transgender e la comparsa di scritte omofobe.
«Ancora una volta – conclude la nota – in Consiglio comunale la destra al governo ha offerto uno spettacolo desolante, intriso di violenza e ignoranza, giocato sulla pelle di chi ogni giorno è vittima di discriminazioni, per non rientrare nei binari dell’identità uomo-donna o per convivere con una disabilità».