27 Maggio 2025 - 17:51:11
di Martina Colabianchi
Due euro l’ora per lavorare 12 ore al giorno come pastore, costretto peraltro a vivere in un magazzino in condizioni degradanti: è quanto emerso durante un controllo congiunto della Guardia di Finanza di Avezzano e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro dell’Aquila in un’azienda agricola della Marsica, sospesa per impiego di manodopera irregolare.
Nel corso dell’intervento, effettuato con la collaborazione di mediatori culturali dell’Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), sono stati identificati due lavoratori impiegati come pastori, di cui uno completamente “in nero” e con lo status di richiedente protezione internazionale.
Gli accertamenti hanno evidenziato gravi condizioni di sfruttamento: paga da 2 euro l’ora, orari massacranti e alloggi fatiscenti, in un locale soppalcato ricavato da una rimessa per automezzi.
La percentuale di lavoratori irregolari ha superato la soglia del 10%, determinando l’immediata sospensione dell’attività.
È emerso inoltre che la stalla, dove erano custoditi circa 400 capi di bestiame, era stata realizzata in assenza di permessi o autorizzazioni edilizie.
Il legale rappresentante dell’azienda è stato denunciato alla Procura di Avezzano per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e per violazioni in materia di sicurezza sul lavoro.
La sospensione dell’azienda agricola arriva qualche giorno dopo il verificarsi di un episodio di cronaca che aveva riacceso una luce sul fenomeno del caporalato e dello sfruttamento del lavoro nella Marsica. Dopo le denunce di un bracciante, abbandonato ferito davanti all’ospedale di Pescina, sulle sue precarie condizioni di vita e di lavoro, dalla Prefettura dell’Aquila era arrivato l’impegno di dare un significativo impulso ai controlli attraverso visite ispettive, anche congiunte e interforze, di tutto il personale interessato.