01 Giugno 2025 - 08:38:28

di Martina Colabianchi

Nel 2023 in Abruzzo il Pil è cresciuto del +2,1% rispetto all’anno precedente, finendo così sul podio, insieme alla Sicilia, delle regioni italiane per incremento del reddito.

Lo mette nero su bianco l’aggiornamento dell’Istat sul federalismo fiscale, presentato mercoledì scorso alla Camera dei Deputati.

Le considerazioni dell’Istituto Nazionale di Statistica, come spiegato nel documento, analizzano i divari regionali in alcune specifiche aree di interesse, tra cui i principali sono appunto la formazione del reddito, il welfare locale e la dotazione di infrastrutture di trasporto e la loro accessibilità.

A livello nazionale, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, sempre nel 2023, è stato pari a 22,4 mila euro per abitante. Rispetto a questa media, l’Abruzzo è in negativo di -2,6 mila euro.

Divari demo-sociali e welfare locale

Per quanto riguarda i divari demo-sociali e il welfare, particolare attenzione è rivolta alla qualità dei servizi, all’ambiente e alla salute. Un primo indicatore rileva la quota di famiglie che dichiarano di avere molta difficoltà a raggiungere tre o più servizi essenziali. Nel 2023, a livello nazionale, si tratta di una famiglia su venti.

L’Abruzzo, ma è cosa già nota, fa fatica sul fronte del servizio idrico. Se nel Mezzogiorno in generale è documentato il persistere di condizioni critiche, i valori più elevati si registrano proprio in Sardegna e in Abruzzo, dove il 17,1% delle famiglie dichiara irregolarità nell’erogazione dell’acqua. Ma a preoccupare continuano ad essere soprattutto le perdite del sistema idrico che pongono la nostra regione al pari solo della Basilicata, e dove quasi due terzi dell’acqua immessa non è disponibile per gli utenti.

Dotazione di infrastrutture di trasporto sul territorio e la loro accessibilità

Altro, vasto, settore preso in esame dall’analisi dell’Istat è quello sul trasporto pubblico locale e, nell’ultima parte, la qualità di infrastrutture nelle diverse regioni e la loro accessibilità. L’Abruzzo presenta un quadro di luci ed ombre.

Bene per quanto riguarda l’accessibilità alla rete autostradale, con quasi tutta la regione in fascia media o medio-alta, con solo qualche eccezione nelle aree a confine con il Molise. Un terzo della popolazione italiana, quasi 20 milioni di abitanti, risiede in Comuni con un’accessibilità “Molto alta” alle autostrade, poco meno di 6 milioni (il 10% della popolazione) in Comuni con accessibilità “Molto bassa”.

Passando alle infrastrutture ferroviarie, bisogna partire dal fatto che il nostro Paese si posiziona al di sotto della media Ue27 in termini di densità della rete. La rete in Italia, pur capillare in molte aree, presenta disuguaglianze territoriali marcate. L’orografia spiega gran parte delle aree inaccessibili, in particolare al Nord, lungo le Alpi e al Centro con gli Appennini. L’Abruzzo, insieme a Molise e Val d’Aosta, risulta una delle regioni più penalizzate.

Per quanto riguarda le infrastrutture aeroportuali, la regione con il maggior numero di aeroporti è la Sicilia (con 6 aeroporti), seguita da Lombardia e Puglia (4). L’Abruzzo ne ha 2, di cui solo uno (quello di Pescara) effettua voli internazionali e nazionali.

La nostra regione non è messa né male né bene in termini di accessibilità agli aeroporti, con ampie zone in fascia medio-bassa con, ovviamente, gran parte della Provincia di Pescara in fascia media, ma anche parte della Provincia dell’Aquila per la vicinanza agli aeroporti romani.

Rapportando il numero dei porti ai km di costa presenti, la regione con il maggior numero di porti per 100 km di costa è il Friuli-Venezia Giulia (4,3), seguita da Veneto e Abruzzo (3,1). Ovviamente, considerando la nostra regione, la Provincia dell’Aquila, essendo l’unica non affacciata sul mare, è quasi tutta in fascia molto bassa. Le altre vanno da alcune zone in fascia medio bassa, fino ad arrivare in zona media e medio-alta. Quest’ultima racchiude soprattutto la Provincia di Chieti dove molto importante è il porto commerciale e turistico di Ortona.