05 Giugno 2025 - 11:08:14
di Redazione
L’Aquila e il Gran Sasso Science Institute (Gssi) ospitano oggi e domani il convegno internazionale “La tutela della città storica tra rischi naturali, antropici e climatici”, organizzato nell’ambito di Changes, un progetto finanziato dal Pnrr e dal Ministero dell’Università e della Ricerca per promuovere la ricerca sulla gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
Al centro della due giorni di studi il tema dei rischi cui è esposto il patrimonio culturale delle città storiche e le misure di prevenzione.
Il convegno, che vede la partecipazione di esperti nazionali e internazionali, affronta molti temi, dalle calamità naturali fino all’impatto dell’overtourism, passando per gli effetti del cambiamento climatico.
All’esame degli esperti, le dimensioni del rischio che minaccia il patrimonio culturale delle città storiche, da un punto di vista interdisciplinare e integrato: dalle scienze fisiche e informatiche all’architettura, fino alle scienze sociali e alle discipline umanistiche.
Non a caso, L’Aquila, città simbolo della ricostruzione post-sisma e laboratorio a cielo aperto per l’innovazione urbana, è al tempo stesso sede del convegno e caso studio privilegiato.
«L’Aquila ha costituito certamente anche un caso di studio e di applicazione di tecnologie innovative per il restauro e per il ripristino di condizioni antisismiche su vari edifici anche con soluzioni innovative e su questo ci sono stati molti progressi. Colleghi giapponesi, ad esempio, non sono più solo oggetto di interesse da parte nostra per vedere come hanno fatto, ma viceversa sia dal Giappone che dagli Usa si interessano delle soluzioni che noi italiani abbiamo applicato e questo deve anche farci capire quanto possiamo essere importanti e all’avanguardia. Certamente non ci mancano le competenze tecnico-scientifiche per la prevenzione e la protezione anche dei beni culturali. Quello che ci manca è una consapevolezza diffusa del fatto che c’è un rischio che corriamo continuamente nella vita, ma anche per i beni culturali, rischi che potranno solo aumentare con i cambiamenti climatici in atto e bisogna intervenire non solo dopo, ma prima. Questo si deve fare con la partecipazione della cittadinanza e la consapevolezza di tutti, anche della politica sulle misure da prendere», ha commentato il professore Eugenio Coccia, ex rettore del Gran Sasso Science Institute e presidente della Commissione nazionale “Grandi Rischi”.
Tra i relatori, l’architetto Alessandra Vittorini, già soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per L’Aquila e il cratere il professore Filippo Giorgi, climatologo dell’ICTP di Trieste e membro dell’IPCC, istituzione insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2007.
