30 Agosto 2023 - 18:12:26
di Martina Colabianchi
“Da tempo, inascoltati, chiediamo una accelerazione nei processi di ricostruzione dell’edilizia scolastica cittadina, uno dei ‘buchi neri’ dell’amministrazione comunale di centrodestra che, pur avendo vinto le elezioni del 2017 promettendo un cambio di passo radicale, in questi sei anni non ha fatto altro che inaugurare due scuole – due scuole soltanto – che erano state avviate, tra l’altro, dalla passata giunta di centrosinistra. E ciò accade sebbene vi siano a disposizione risorse per milioni di euro e sebbene siano state introdotte procedure derogatorie che, a differenza del passato, avrebbero dovuto garantire la velocizzazione delle procedure di ricostruzione“.
Così il Partito Democratico, per voce del Segretario aquilano Nello Avellani, torna in una nota sul tema della ricostruzione delle scuole a L’Aquila e, più in generale, sullo stato di salute dei plessi scolastici e dei servizi che sono in grado di offrire agli studenti. Il ritorno, ancora una volta, su questo argomento più volte centrale nelle battaglie del Partito si deve a un recente report di Openpolis che evidenzia un’importante carenza di aule di informatica negli istituti scolastici abruzzesi e che ad indossare la maglia nera, in termini percentuali, sarebbero proprio le scuole del capoluogo.
“Al contrario, – prosegue Avellani – a 14 anni e mezzo dal sisma – ancora oggi – migliaia di bambine e bambini aquilani frequentano i Musp, moduli ad uso scolastico provvisorio pensati per un utilizzo di 5 anni, o, se fortunati, edifici vetusti, strutture assolutamente inadeguate ad una esperienza scolastica di qualità: ciò significa che le nostre figlie e i nostri figli non hanno le stesse possibilità di apprendimento dei loro coetanei, nonostante l’impegno profuso in questi anni dal personale scolastico che, in una situazione drammatica, ha saputo garantire una didattica di qualità“.
“Mancano spazi idonei alle altre attività formative, però; mancano le mense, mancano le palestre, mancano le biblioteche, mancano le aule informatiche e sappiamo quanto sia importante, oggi, padroneggiare l’ambiente digitale. Emerge con chiarezza dall’ultimo report di Abruzzo Openpolis che evidenzia come nel comune dell’Aquila la presenza dichiarata di aule informatiche è per poco più di una scuola su 10. Un dato drammatico, nello scenario già difficile che si registra nella nostra Regione, la quart’ultima in Italia per presenze di aule informatiche: su un totale di oltre 1000 edifici scolastici statali attivi in Abruzzo, infatti, solo per 249 è dichiarata la presenza di strutture adeguate (il 23,3%, a fronte di una media nazionale che si attesta al 32,4%; siamo lontanissimi da regioni come Piemonte e Liguria che superano il 49%). Ciò significa che le scuole della nostra Regione sono indietro, indietrissimo, su infrastrutture e competenze digitali“.
“A L’Aquila, come detto, la situazione è ancora peggiore; – prosegue – siamo l’ultimo tra i capoluoghi di provincia abruzzesi: se nella nostra città ci sono aule informatiche in poco più di una scuola su 10, a Pescara la presenza di aule informatiche è dichiarata nel 58,6% degli edifici attivi nel comune. Ciò è dovuto alla mancanza di edifici scolastici moderni e adeguati: una colpa gravissima per l’amministrazione comunale che, proprio sulle scuole, aveva speso promesse che non sono state mantenute. Ciò sta influendo negativamente sul futuro dei nostri figli e, più in generale, della nostra città, se è vero che una diffusa alfabetizzazione alle nuove tecnologie è il presupposto imprescindibile per la crescita umana, sociale ed economica di un territorio“.
“Ci auguriamo che dopo la ‘sbornia’ di milioni spesi per i concerti estivi, l’amministrazione inizi ad occuparsi seriamente della ricostruzione dell’edilizia scolastica: è dalle scuole che passa il nostro futuro, non dalle passerelle sotto i palchi dei cantanti. E’ dalle possibilità che dobbiamo saper garantire alle nostre figlie e ai nostri figli che passa il destino della città. Qui, – conclude – ci sono le risorse e le procedure derogatorie per mettere in campo progetti virtuosi: non averlo fatto fino ad ora è il peggiore dei fallimenti per l’attuale classe dirigente“.