25 Giugno 2025 - 16:14:37
di Martina Colabianchi
«Apprendere che l‘Abruzzo è diciottesimo nella classifica delle regioni sullo sviluppo del Turismo Dop è sconfortante, è evidente che occorre fare di più, a cominciare dalla Regione».
È quanto dichiara Angelo Radica, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, di cui fanno parte oltre 500 comuni a vocazione vitivinicola.
Radica si riferisce ai dati e alle proiezioni del primo Rapporto Turismo Dop, realizzato da Fondazione Qualivita in collaborazione con Origin Italia e con il supporto del Masaf, presentato a Roma.
Il rapporto, basato su indagini dirette e sull’esame di fonti istituzionali, segnala 585 attività totali al servizio del “nuovo modello turistico” promosse da 361 consorzi di tutela che coinvolgono 597 prodotti Dop-Igp. Nel 2024 sono stati registrati 235 eventi. Si aggiungono 188 infrastrutture permenenti e 130 elementi di valorizzazione, riconoscimenti ufficiali delle zone di origine dei prodotti Dop-Igp, 32 azioni specifiche di informazione. E’ stata registrata anche la presenza di 103 strade e itinerari, 17 siti Unesco, 29 paesaggi rurali storici e 82 parchi e aree protette.
Al vertice del turismo Dop ci sono Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. L’Abruzzo è fanalino di coda insieme a Basilicata e Molise.
Enzo Orfeo, coordinatore regionale dell’associazione, proprio in riferimento al dato abruzzese sottolinea che «il turismo Dop si basa sulla valorizzazione dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli a marchio Dop e Igp. Offre esperienze legate ai territori, alla sostenibilità e alla tipicità delle produzioni, alle identità, alla cultura, con il fondamentale concorso delle imprese agricole e dei consorzi di tutela. È evidente che la nostra regione in questo particolare approccio al turismo ha molto da offrire, e se il rendimento è così scadente è per la mancanza di informazione e coordinamento. La Regione prenda in mano la questione e offra incentivi e regia, che in questo ambito è fondamentale: è imprescindibile infatti la collaborazione tra i diversi soggetti, dagli enti pubblici alle imprese e ai consorzi. La nostra associazione è disponibile e offre le proprie competenze e la propria esperienza per recuperare il terreno e cominciare ad azzerare da subito il deficit con altri territori che fanno meglio di noi pur essendo in alcuni casi meno dotati».