26 Giugno 2025 - 12:29:44
di Redazione
I lavoratori di Aura dell’Aquila che opera nel settore del trattamento e del recupero del materiale Raee e cavi elettrici, si sono assembrati questa mattina davanti allo stabilimento che si trova all’interno del Tecnopolo d’Abruzzo.
Circa 70 lavoratori dell’azienda sono infatti in regime di cassa integrazione a rotazione da quasi 1 anno, come hanno denunciato nei mesi scorsi i sindacati Fim, Fiom e Uilm L’Aquila.
«L’azienda ci sta preannunciando un esubero del personale», affermano i lavoratori che si riuniranno in assemblea aperta.
Era fissato per oggi un incontro tra sindacato e Aura per conoscere il piano industriale, dopo l’acquisizione dello stabilimento da parte di Mival avvenuta circa 3 mesi fa.
I sindacati hanno inoltre richiesto un tavolo urgente all’assessorato alle Attività produttive della Regione Abruzzo, alla presenza di Aura e di Tecnopolo, allo scopo di esplorare, in sede istituzionale, possibili percorsi per gestire la criticità dell’azienda che ha subito, nei giorni scorsi, anche un blocco nell’erogazione dell’acqua con inevitabili conseguenze sulla produzione.
«Oggi c’era l’incontro per la presentazione del piano industriale che in poche parole è ‘fuffa‘- afferma Giampaolo Biondi della Cisl – Non c’è un piano industriale credibile e il piano inoltre si regge solamente su due numeri: riduzione dei servizi e quindi dei costi dei servizi che Aura ha attualmente, e sulla riduzione del costo del personale. C’è stata fatta una dichiarazione ufficiale da parte dell’azienda che c’è un esubero strutturale di personale, anche laddove siano saturate tutte le linee. Questa cosa è inammissibile per un progetto che nasce dalle ceneri di tante aziende della ex Italtel, che è stato finanziato da Invitalia, dove hanno perso il posto di lavoro tanti lavoratori e attualmente ci sono 70 famiglie. Noi alzeremo non i muri, ma le montagne per evitare che queste persone vengano licenziate dall’azienda. Un piano industriale credibile si dovrebbe basare su dei numeri importanti di produzione e non c’è nulla di tutto questo. Attireremo immediatamente tavoli ulteriori: oltre a quello in Regione apriremo il tavolo in Prefettura, perché a questo punto c’è un problema sociale».
