01 Luglio 2025 - 11:22:49
di Martina Colabianchi
Il tema delle aree interne dell’Abruzzo e del loro progressivo spopolamento è sempre più al centro del dibattito e delle riflessioni politiche.
E proprio le sfide, le opportunità e i modelli di sviluppo, in particolare nel sociale, delle aree interne dell’Abruzzo sono state al centro dell’importante momento di confronto, promosso dall’Associazione Location, che ha visto a Navelli la partecipazione delle istituzioni locali e dei principali attori del settore sociale locale.
All’evento sono intervenuti, tra gli altri, Roberto Santangelo, assessore regionale con delega al Sociale e alla Cultura; Manuela Tursini, assessore Comune dell’Aquila con delega alle Politiche Sociali; Paolo Federico, sindaco di Navelli; Deborah Visconti, sindaco di Sant’Eusanio Forconese e presidente Unione Comuni Montagna Aquilana; i consiglieri regionali Massimo Verrecchia e Pierpaolo Pietrucci; Gianni Anastasio, sindaco di Pizzoli, presidente Ecad 5 e coordinatore dei comuni del cratere; Karin Sorgi, presidente Leonardo Società Cooperativa Sociale; Raffaello Fico, titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (USRC) e Salvatore Provenzano, titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila.
Al centro dell’incontro, un’unica certezza: solo insieme si vince. Una sinergia tra le varie istituzioni in campo è l’unica strategia per invertire, o quantomeno provarci, la tendenza della migrazione dai borghi abruzzesi.

E parla di paesi che hanno compreso a pieno le proprie potenzialità e, al tempo stesso, le proprie problematiche Paolo Federico, sindaco di Navelli e presidente dell’associazione dei Paesi Narranti del Gran Sasso, recentemente diventata anche destinazione turistica integrata.
«Credo che mai più di ora il tema delle aree interne sia azzeccato, perché si parla di spopolamento, inverno demografico, abbandono in generale – spiega Federico -. In questo periodo c’è una certa vivacità perché nei paesi si sta cercando di analizzare quali sono le vere problematiche, questo anche a seguito del sisma del 2009 che ci ha visti impegnati in un percorso di rinascita e ricostruzione. Oggi dobbiamo cominciare a parlare, oltre che di ricostruzione fisica, anche di ricostruzione sociale. In questo periodo si dibatte molto sul turismo, di come portare imprenditoria, di come creare servizi essenziali. Abbiamo messo intorno ad un tavolo Regione, sindaci, esperti del sociale per parlare di quello che è uno spaccato di questo territorio, del nostro tessuto sociale e dell’organizzazione dei sistemi sociali».
Fondamentale la presenza e il supporto della Regione Abruzzo per ridare il giusto slancio ai borghi dell’Abruzzo interno.
«Come Regione Abruzzo abbiamo messo in campo diverse misure per contrastare lo spopolamento, a partire dal fondo voluto dal presidente Marsilio per le natalità nei comuni montani – spiega l’assessore al Sociale Roberto Santangelo -. Ora stiamo pensando di implementare i servizi scolastici. Sono dei modelli che proviamo a replicare. È chiaro che tutti gli attori interessati devono giocare un ruolo in questa partita, e noi ci siamo, perché delle volte ci sono le risorse ma mancano delle progettualità coerenti con i territori. Partire da Navelli, dall’ascolto dei sindaci, significa programmare dal basso per mettere in campo delle misure coerenti rispetto al tessuto socio-economico».
La ricetta è, quindi, quella dei servizi. «Questo è il primo passo affinché le aree interne non si spopolino ancora di più», spiega Deborah Visconti, sindaco di Sant’Eusanio Forconese e presidente Unione Comuni Montagna Aquilana, composta da 29 Comuni.
«Abbiamo passato dei periodi molto tristi sul nostro territorio, a partire dal terremoto e, quindi, da lì abbiamo avuto un inesorabile spopolamento – ha proseguito Visconti -. Ciò non toglie che possiamo mettere in campo azioni strategiche. La nostra strategia è quella di fare rete, quindi una connettività tra tutti i borghi che vivono maggiore disagio. Geograficamente, abbiamo dei borghi molto lontani da centri sociali e, quindi, ovviamente abbiamo difficoltà nella mobilità ed è un altro tema che stiamo affrontando con l’Unione dei Comuni».
«Molto spesso le risposte più semplici sono quelle più funzionali – sottolinea Gianni Anastasio, sindaco di Pizzoli, presidente Ecad 5 e coordinatore dei sindaci dei Comuni del cratere sismico 2009 -. Abbiamo dei valori su questo territorio che molto probabilmente, fino ad oggi, non siamo stati capaci di sfruttare fino in fondo. Le risorse che stiamo spendendo e, direi, investendo in questi ultimi anni che riguardano il turismo, la cultura, le infrastrutture, secondo me vanno in questa direzione. Lo scopo di queste risorse è proprio quello di fare in modo che la gente potesse rimanere su questi territori».
Di estrema importanza anche il contributo degli Uffici speciali per la Ricostruzione, soprattutto in termini di infrastrutture e digitalizzazione.
«La gente va via dai territori perché non ha servizi ed infrastrutture. Gli Uffici speciali si sono occupati, fino ad oggi, della ricostruzione dei danni e dei traumi del terremoto, oggi potremmo essere un valido supporto ai comuni nel creare quelle infrastrutture per provare a fermare lo spopolamento. La formula giusta, secondo me, è dotare questi comuni di infrastrutture digitali per consentire alla gente di poter lavorare anche da casa».
Queste le parole di Salvatore Provenzano, titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, a cui si aggiunge una riflessione di Raffaello Fico, titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere: «Gli Uffici speciali provano ad essere sinergici con il territorio, con la politica territoriale, ma anche in accordo con il Governo centrale per provare a contrastare questo fenomeno che, ricordiamolo, precede il terremoto del 2009. Secondo noi, con case tornate sempre più agibili e performanti, dal punto di vista energetico, rispetto a quello che erano prima del sisma, questi territori sono un contesto ideale per provare a far tornare persone in questi luoghi. Quello che stiamo facendo in questi anni è iniziare a guardare al supporto al territorio in termini di servizi sociali, digitalizzazione con progetti concreti che stiamo aiutando a sviluppare».