I consiglieri regionali Blasioli e Pepe su riserve e aree protette

01 Luglio 2025 - 16:18:44

È di questa mattina l’annuncio della chiusura della riserva del Lago di
Serranella, un’area naturale protetta di circa 302 ettari che presenta
un’eccezionale ricchezza vegetale e faunistica, e costituisce
nell’Italia centrale una delle aree più importanti per la sosta degli
uccelli migratori.

La notizia segue l’allarme lanciato pochi giorni fa dal Presidente
dell’Unione dei Comuni e delle comunità montane d’Abruzzo, Lorenzo
Berardinetti, il quale, a fronte del taglio del 22% imposto dalla
Regione ai fondi destinati a parchi e riserve naturali per il 2025
(300mila euro in meno rispetto al milione e 440mila euro previsto nel
2024), aveva paventato la possibilità di chiudere le aree protette
considerata l’enorme difficoltà a garantirne la sopravvivenza. E i
gestori delle riserve non sono a conoscenza dell’ulteriore taglio
apportato dall’ultima legge regionale.

Parliamo di 25 riserve, aree di pregio come: Monte Genzana Alto Gizio,
Abetina di Rosello, Borsacchio, Bosco di don Venanzo, Calanchi di Atri,
Cascate del Verde, Castel Cerreto, Gole del Sagittario, Gole di San
Venanzio, Grotta delle Farfalle, Grotte di Luppa, Grotte di Pietasecca,
Lago di Penne, Lago di Serranella, Lago di San Domenico, Lecceta di
Torino di Sangro, Marina di Vasto, Monte Salviano, Pineta D’Annunziana,
Punta Aderci, Punta dell’Acquabella, Ripari di Giobbe, Sorgenti del
Fiume Vera, Sorgenti del Pescara, Zompo lo Schioppo, presidi ambientali
che già erano costretti ad operare con fondi limitati e personale
ridotto all’osso – benché rappresentino una risorsa imprescindibile per
la tutela della biodiversità, la ricerca scientifica e il turismo
sostenibile – e ora si sono visti privati persino del minimo sindacale.

Nonostante i pesanti tagli operati alle riserve, la Regione continua a
ignorare questi preziosi presidi di biodiversità anche nella
programmazione europea. La misura specifica destinata alla tutela della
biodiversità e al miglioramento degli ecosistemi naturali — con una
dotazione finanziaria di oltre 8,5 milioni di euro — avrebbe potuto,
infatti, rappresentare un’occasione concreta per rafforzare le
connessioni ecologiche, migliorare la qualità degli habitat forestali,
ridurre il rischio di incidenti con la fauna selvatica e investire in
una gestione sostenibile nei contesti naturali più vulnerabili, invece,
ancora una volta, si è scelta una strada miope e parziale: sono stati
privilegiati i parchi, ignorando del tutto le riserve e le aree protette
regionali, che pure rappresentano un sistema essenziale per la
biodiversità e la tutela ambientale dei nostri territori.

A ciò si aggiunge una ulteriore quota di circa 2 milioni di euro che la
giunta ha destinato ai Comuni per la gestione dei Siti Natura 2000, ma
anche in questo caso con una distribuzione che esclude sistematicamente
le riserve regionali. Tagliare i fondi e non compensare con nuove
risorse europee significa indebolire un sistema naturale già in
difficoltà.

La chiusura annunciata questa mattina, è una conseguenza inevitabile,
perché non vi sono fondi a sufficienza neppure per pagare gli stipendi
ai dipendenti che le gestiscono. E le prospettive sono financo peggiori,
in quanto con l’ultima legge regionale approvata in Consiglio regionale
per rimpinguare il capitolo relativo all’aeroporto (SAGA) sono state
tolte alle Riserve un ulteriore fondo di 183.000,00 €.

Noi sosteniamo convintamente le richieste di Berardinetti, dei sindaci,
dei gestori delle Riserve e delle associazione ambientaliste. Occorre
ripristinare immediatamente il fondo nella sua interezza, rispettando
gli impegni presi non più di quattro mesi fa, dalla maggioranza in
conferenza dei capigruppo. La disastrosa gestione della sanità regionale
non può ripercuotersi né sui cittadini né sulle risorse naturali della
Regione, che andrebbero piuttosto valorizzate in ottica turistica e
ambientale. Se la Giunta regionale e la maggioranza non ristabiliranno
immediatamente i fondi destinati alle riserve e alle aree protette
regionali, siamo pronti a mettere in campo un’azione di ostruzionismo,
ad oltranza, dura e determinata, sia in Commissione che in Consiglio
regionale. Porteremo questa battaglia fino in fondo, senza arretrare di
un passo, perché è in gioco la tutela del nostro patrimonio naturale e
il rispetto delle comunità che da anni lo difendono con impegno e
responsabilità.