05 Luglio 2025 - 15:33:15

di Vanni Biordi

I dati sull’autorizzazione di Cassa Integrazione Guadagni in Abruzzo per il biennio 2023-2024, forniti dall’Osservatorio Inps, dipingono un quadro complesso e a tratti contraddittorio dello stato di salute del mercato del lavoro regionale. Se da un lato emergono segnali incoraggianti di una ripresa, soprattutto sul fronte della cassa integrazione ordinaria, dall’altro permangono zone d’ombra che meritano un’attenta riflessione.

Il dato più eclatante è senza dubbio l’incremento massiccio delle ore di Cassa Integrazione Ordinaria autorizzate, che passano da 2.919.505 nel 2023 a ben 9.669.441 nel 2024, con una variazione percentuale impressionante del 231,2%. Questo aumento, apparentemente negativo, potrebbe in realtà essere interpretato come un duplice segnale positivo: da un lato, una maggiore resilienza delle imprese che, anziché ricorrere a licenziamenti, utilizzano lo strumento della cassa integrazione per gestire picchi di lavoro o fasi di riorganizzazione; dall’altro, una possibile ripartenza di settori produttivi che, dopo un periodo di difficoltà, stanno riadattando i propri volumi di produzione e quindi hanno necessità di gestire in modo flessibile il proprio personale.

Però, l’ottimismo deve essere temperato dall’analisi delle altre tipologie di cassa integrazione. La Cassa Integrazione Straordinaria, ad esempio, mostra una diminuzione significativa, passando da 5.259.007 ore nel 2023 a 3.530.792 nel 2024, con una variazione del -32,86%. Questo dato potrebbe suggerire una minore necessità di interventi strutturali di ristrutturazione aziendale o crisi profonde, il che sarebbe un indicatore positivo. Resta però il ricorso alla Cassa Integrazione in Deroga, sebbene i dati per il 2023 non siano disponibili, nel 2024 si registrano 249.143 ore, evidenziando come ci siano ancora situazioni non completamente coperte dagli ammortizzatori sociali “tradizionali” o che necessitano di interventi specifici.
Complessivamente, il totale delle ore autorizzate di Cassa Integrazione in Abruzzo passa da 8.178.512 nel 2023 a 13.449.376 nel 2024, con un aumento complessivo del 64,47%.

Un incremento così marcato del volume totale della cassa integrazione, seppur trainato dall’ordinaria, impone una riflessione sulla reale forza della ripresa economica e sulla capacità del tessuto produttivo abruzzese di generare occupazione stabile e piena. È fondamentale comprendere se l’aumento della Cassa Integrazione Ordinaria sia un trampolino di lancio verso una piena occupazione o piuttosto un indicatore di una ripresa ancora debole e instabile, dove le aziende non si sentono ancora sufficientemente solide da rinunciare a questo ammortizzatore.

Infine, l’analisi della distribuzione provinciale delle ore totali autorizzate (1.755.271 per L’Aquila, 885.180 per Chieti, 335.636 per Pescara e 2.506.668 per Teramo) rivela dinamiche territoriali differenti. Teramo, in particolare, sembra aver fatto il maggiore ricorso alla cassa integrazione, superando il dato dell’Aquila. Questo suggerisce che le politiche di sostegno al lavoro e le strategie di sviluppo dovrebbero essere calibrate sulle specificità di ciascuna provincia, per affrontare in modo mirato le sfide e valorizzare le opportunità locali.

«Il forte incremento del ricorso agli ammortizzatori sociali da parte delle aziende sta ad indicare una flessione della domanda che, qualora dovesse proseguire, ci porterà inevitabilmente verso una crisi industriale di importanti proporzioni – spiega Carmine Ranieri, segretario generale Cgil Abruzzo Molise -. La politica dei dazi americani e le difficoltà di alcuni comparti trainanti dell’economia abruzzese, quali ad esempio quello dell’automotive, rischiano di trascinare l’Abruzzo in una spirale economica negativa. In tale contesto è necessario che le istituzioni mettano in campo strumenti di politica industriale efficaci a contrastare il rischio di recessione».

In conclusione, i dati sulla Cassa Integrazione in Abruzzo per il 2023-2024 presentano luci e ombre. L’aumento significativo della cassa integrazione ordinaria può essere un segnale di resilienza e di una ripresa in atto, ma la complessità del quadro impone di monitorare attentamente l’evoluzione del mercato del lavoro. Sarà cruciale analizzare i dati dei prossimi mesi per capire se l’utilizzo degli ammortizzatori sociali sia una fase transitoria verso una piena occupazione o un indicatore di una precarietà persistente, che richiede interventi strutturali e politiche attive per sostenere la crescita e la stabilità lavorativa in Abruzzo.