12 Luglio 2025 - 11:24:54

di Redazione

«Secondo i dati diffusi da Federconsumatori nel 2024, le famiglie italiane spendono in media oltre 600 euro per i libri scolastici alle superiori, con picchi fino a 900 euro considerando anche il corredo scolastico. Un costo che pesa ogni anno di più, soprattutto per chi ha più figli o redditi bassi. Ieri, inoltre, l’Associazione Italiana Editori (AIE) ha certificato un ulteriore aumento dell’1,7% dei prezzi dei libri di testo rispetto al 2024, confermando che la tendenza è ancora in salita».

Così Saverio Gileno, segretario regionale Giovani Democratici Abruzzo e Pia Finoli, vicesegretaria regionale GD Abruzzo, responsabile scuola.

«In questo contesto, la Regione Abruzzo ha annunciato l’erogazione di un bonus una tantum da 373 euro per 2400 studenti da usare per libri, cultura e viaggi. Un’iniziativa, nazionale – non regionale, simbolica, non strutturale e che non è cumulabile con altri bonus già esistenti. È ora di dirlo chiaramente: studiare oggi costa troppo, e l’accesso alla cultura continua a essere un privilegio. Detrazioni fiscali inaccessibili, bonus a sportello che si escludono a vicenda, e nessuna strategia di lungo periodo. A pagare sono sempre le famiglie, e in particolare quelle con redditi medio-bassi. Serve una svolta».

I Giovani Democratici d’Abruzzo chiedono che la Regione investa in un vero welfare studentesco, che garantisca libri di testo gratuiti fino alla fine delle scuole superiori, trasporti pubblici gratuiti o fortemente agevolati, accesso libero e permanente alla cultura e alla formazione extracurricolare, sostegno concreto al diritto allo studio.

«Da mesi giace ferma in Consiglio Regionale la nostra proposta di legge sul diritto allo studio, costruita ascoltando studenti, docenti, associazioni – ricordano Gileno e Finoli –. Una legge che prevede misure strutturali, universali e accessibili. La destra e l’Assessore Santangelo continuano a ignorarla, ma noi continueremo a insistere: investire in formazione e cultura è la sola risposta seria all’emergenza educativa e alle disuguaglianze crescenti tra giovani».