14 Luglio 2025 - 16:52:32
di Martina Colabianchi
Non si arresta il dibattito politico sulla ricostruzione post-sisma all’Aquila. Dopo il convegno all’Emiciclo organizzato sul tema dal Partito Democratico aquilano lo scorso 10 luglio, e in cui i Dem hanno denunciato la mancanza di fondi destinati al completamento degli interventi, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi aveva replicato snocciolando una serie di dati su investimenti già approvati e rassicurando sul fatto che le risorse mancanti verranno reperite nella legge di bilancio di fine anno.
Questo il succo, ma nella nota inviata alle redazioni c’era molto altro. Il primo cittadino ha attaccato duramente i democratici, accusandoli di fare un’opera «mistificatoria» e di aver remato contro loro stessi quando, ad esempio, avrebbero tentato di ridurre un fondo destinato a compensare le minori entrate e le maggiori spese dei Comuni del cratere, taglio evitato grazie all’intervento dei parlamentari di centrodestra.
Ma non tarda ad arrivare una controreplica a firma Pd, già in qualche modo “anticipata” da una nota dell’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano.
Per i Dem, Biondi avrebbe solo confermato la mancanza di 600 milioni di euro a valere sui processi di ricostruzione per l’annualità 2026. «Vorremmo capire, però, come mai si è arrivati a questo punto, all’ultimo momento utile con i rischi che ne potrebbero derivare, se è vero, come è vero, che i sindaci avevano lanciato l’allarme già un anno fa», scrivono.
«Intanto che ci si affanna a “trovare” i 600 milioni di euro necessari a non fermare i cantieri, Biondi non può che confermare che l’ultimo stanziamento per la ricostruzione è stato assicurato dal governo giallo rosso di Giuseppe Conte, i 2 miliardi e 750 milioni che il sindaco sta utilizzando dal 2017; il precedente stanziamento, era stato assicurato dal governo Renzi: quasi 6 miliardi di euro, di cui Biondi beneficiò da sindaco di Villa Sant’Angelo».
«All’epoca dei governi di centrosinistra, il giovane Biondi non mancava di evidenziare le criticità da affrontare, arrivando persino a gesti eclatanti come lo sciopero della fame, con l’allora amico – ed oggi nemico giurato – Liris che, da bravo medico, lo soccorreva preoccupato a favore di telecamere. Lontani quei tempi: oggi, Biondi si scaglia contro chi denuncia il rischio – stavolta davvero concreto – che la ricostruzione si fermi, e non spende una parola contro il governo dell’amica Meloni che, al momento, non ha investito un solo euro sulla ricostruzione dell’Aquila e del cratere. Anche questo è un dato di fatto che non si può negare», proseguono i Dem. «Ma si sa: Biondi ha scelto, da tempo, di vestire i panni dell’uomo di partito per non pregiudicarsi la strada verso incarichi nazionali, anche se ciò significa tradire i suoi concittadini. Ben altro atteggiamento rispetto a chi, in passato, non ha mai mancato di criticare anche governi ‘amici’ pur di dare risposte al territorio».
«Parla di “mistificazioni” Biondi, senza spiegare quale sarebbe la mistificazione. E tace, tace sul ritardo nella programmazione dei fondi del 4% per lo sviluppo socioeconomico del cratere, assicurati grazie ad una intuizione legislativa del Partito democratico, oggetto di un vergognoso braccio di ferro con i comuni del cratere, col sindaco dell’Aquila a fare la voce grossa per tenersi l’80% delle risorse che, fino ad oggi, ha investito per la sua propaganda elettorale, tra pavimentazioni e piazzette. Tace sul fondo complementare al Pnrr, assicurato da un’altra intuizione legislativa del Partito democratico – l’unica misura verticale a valere sui fondi ottenuti dal governo giallo rosso in Europa e contro cui Meloni si era scagliata violentemente – senza dire che fine hanno fatto i progetti che erano stati annunciati: per dirne una, a che punto è la Scuola nazionale della Pubblica amministrazione?».
«Tace Biondi, tentando di nascondere la verità dietro la propaganda: la realtà, però, sta lì a ricordargli che ha ereditato fondi e norme dai passati governi di centrosinistra, a livello cittadino, regionale e nazionale, e che il governo della presidente Meloni, fino ad oggi, non ha fatto altro che attuare o prorogare quelle norme, laddove non le ha smantellate come fatto con la misura del superbonus che è vitale per i crateri. Neanche un euro in più, neanche un’innovazione legislativa che, stante l’avanzare dei processi di ricostruzione, sarebbe pure auspicabile».
Il Pd L’Aquila torna, poi, nuovamente sul capitolo della ricostruzione delle scuole, tema sempre caldo e riesploso proprio a seguito della denuncia dei Dem sugli indici di vulnerabilità sotto lo standard di alcune scuole della città.
«Il sindaco dell’Aquila che, nella campagna elettorale del 2017 aveva promesso soluzioni in pochi mesi, continua a rivendicare da oramai 8 anni progetti che non vedono mai la luce col risultato che, a 16 anni dal terremoto, migliaia di bambine e bambini ancora frequentano i moduli scolastici provvisori. E gli altri sono in scuole in muratura con indici di vulnerabilità sottosoglia».
«La reazione di Biondi, però, svela anche altro, e cioé l’imbarazzo – e la rabbia – del sindaco che, dopo aver promesso di risolvere le criticità emerse nei processi di ricostruzione, è stato scavalcato anche dai parlamentari del suo stesso partito che hanno voluto incontrare i sindaci senza di lui per abbozzare alcuni emendamenti. Ci auguriamo che la ricostruzione non diventi terreno di scontro nella guerra interna per il controllo di Fratelli d’Italia a livello regionale».
Questa la dura controreplica dei democratici, che non si tirano indietro neanche dall’affrontare una questione tutta relativa alla comunicazione. Biondi, infatti, è tacciato di utilizzare «indebitamente i canali istituzionali del Comune dell’Aquila per difendersi da una critica politica». Il partito non si limita alla denuncia, annunciando di voler segnalare il fatto al prefetto e alla Corte dei Conti.