01 Agosto 2025 - 18:28:20
di Tommaso Cotellessa
Appaiono contrastanti le reazioni a margine dell’incontro intercorso tra Ministero delle Imprese e del Made in Italy e i sindacati nazionali e territoriali di categoria sul tema dello stabilimento Marelli di Sulmona.
L’assessore alle attività produttive e lavoro della Regione Abruzzo, Tiziana Magnacca, ha infatti commentato l’incontro evidenziando con toni entusiastici la decisione dell’azienda di mantenere la produzione a Sulmona, altrimenti destinata in India.
Per l’assessore infatti tale decisione favorirebbe il recupero di 18 lavoratori rispetto ai 36 previsti in esubero.
In tal senso l’assessore ha ribadito l’impegno della Regione Abruzzo «affinché venga garantita la continuità industriale e occupazionale nello stabilimento di Sulmona – e precisa come – nel corso dell’ultimo tavolo regionale automotive dedicato a Stellantis, che ha visto la partecipazione dei vertici nazionali e dello stabilimento di Atessa, di Confindustria Abruzzo, dei sindacati e del Polo dell’automotive, è stato espressamente chiesto all’azienda un impegno concreto verso Marelli utilizzando gli annunciati 6 miliardi di euro nelle attività di supply chance».
Di contro per i parlamentari Michele Fina e Gabriella Di Girolamo l’incontro è stato caratterizzato da tanti “vedremo” e nessuna certezza.
I due esponenti, rispettivamente del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, unici parlamentari presenti al confronto come uditori al confronto, hanno infatti chiarito in una nota che a parer loro «Ci si è mossi in ritardo, questa la verità che abbiamo più volte denunciato nelle interrogazioni parlamentari che da anni rivolgiamo al governo sulla questione, e pare si continui a perdere tempo. Non una critica ma una triste e preoccupante constatazione».
L’affondo dei due esponenti ha poi riguardato proprio le interpretazioni trionfalistiche dell’incontro:
«Abbiamo letto con un certo sgomento alcune dichiarazioni trionfalistiche riferite al mancato licenziamento di 36 operai della produzione bracci oscillanti dello stabilimento di Sulmona – scrivono i due – perché l’azienda ha deciso di licenziarne soltanto 18. Stiamo parlando di persone e di famiglie! E degli altri 18 ci siamo scordati? Quali turni faranno i lavoratori? Riusciranno, e per quanto tempo, ad assicurarsi l’intera settimana lavorativa?»
«La delusione è tanta visto che nel corso della riunione non è emersa alcuna certezza, nessuna garanzia per i lavoratori della fabbrica sulmonese. Perché il punto, ricordiamo ad azienda e governo, è proprio quello: a Sulmona arriveranno nuove commesse e saranno confermate quelle esistenti? Quali sono le intenzioni dell’azienda e quali saranno, per Sulmona e per gli altri stabilimenti italiani, le decisioni della nuova governance in termini di investimenti e tutele dei livelli produttivi e occupazionali?»
«Servono risposte e ad oggi, spiace davvero tanto doverlo dire, non ne sono arrivate – questa la conclusione lapidaria di Fina e Di Girolamo, i quali assicurano – Da parte nostra continueremo a monitorare la situazione con l’attenzione che merita, nell’interesse di lavoratori e famiglie che, anche per quest’anno, dovranno passare l’estate e i prossimi mesi nella precarietà e nell’incertezza».
Il prossimo appuntamento al ministero è fissato per mercoledì 1 ottobre, quando verrà effettuata un’ulteriore verifica. Si attende con ansia il sopraggiungere di nuovi sviluppi.