07 Agosto 2025 - 10:58:47
di Tommaso Cotellessa
Continua a far discutere la vertenza sindacale legata all’azienda Aura Materials, per la quale 65 famiglie vedono il loro futuro in bilico.
A tornare ad intervenire sull’argomento, con una dura nota congiunta, sono le segreterie provinciale e Rsu della Fim-Cisl, Fiom Cgil e Uilm le quali, a seguito degli ultimi confronti con l’azienda all’interno delle sedi istituzionali, hanno assunto una ferma posizione contro le decisioni adottate dai vertici aziendali tornando a chiedere tutele per le lavoratrici e per i lavoratori.
Il grido che si leva, tra l’ironia e la preoccupazione, è quello di «Mamma li Svizzeri!». Non solo una battuta ma un vero e proprio grido che vuole rappresentare la condizione a cui i lavoratori della Aura Materials si vedono costretti dai vertici elvetici.
Dopo due incontri istituzionali, uno in Prefettura, avvenuto il 23 luglio, e uno in Regione Abruzzo, avvenuto lo scorso 30 luglio, con l’Assessore Marta Magnacca, il futuro della fabbrica Aura Materials di Bazzano, infatti, si tinge di un grigio sempre più cupo. I segnali lanciati dall’azienda, rappresentata “da remoto” e con una nutrita squadra di consulenti, lasciano più dubbi che certezze. Le parole del vecchio Amministratore Delegato – che tecnicamente non ricopre più quel ruolo – suonano come un’anomalia istituzionale, soprattutto quando a lui spettano risposte su temi cruciali come la trasformazione societaria da Spa a Srl, avvenuta in sordina.
Al centro delle preoccupazioni c’è il destino occupazionale dei lavoratori e la gestione della Cassa Integrazione Ordinaria (Cigo), scaduta il 27 luglio. L’azienda ha comunicato la volontà di non anticipare più gli importi come fatto finora, puntando invece al pagamento diretto da parte dell’INPS. Una decisione che potrebbe mettere in seria difficoltà decine di famiglie, soprattutto in piena estate, tra ferie e lungaggini burocratiche.
A peggiorare la situazione, è stata la conferma dell’esubero del personale anche in caso di pieno utilizzo delle linee produttive e la mancata aggiudicazione di gare cruciali, come quella con il consorzio ERION, lasciando come unica prospettiva il trattamento di rifiuti domestici a basso margine, mai previsti nel piano industriale iniziale.
Le dichiarazioni dei rappresentanti aziendali non aiutano a rasserenare il clima: affermazioni come “abbiamo firmato il preliminare in fretta e furia” o “Mival è intervenuta perché era un affare” alimentano il sospetto che l’interesse dietro l’operazione sia più speculativo che industriale.
L’Assessore Magnacca ha proposto una proroga della CIGO con anticipo aziendale, a fronte di un piano industriale credibile e un eventuale intervento del Tecnopolo per contenere i costi. Ma ad oggi il piano presentato è giudicato inconsistente da lavoratori e sindacati.
A rendere ancora più tesa la vicenda sono le domande rimaste senza risposta: Perché Mival ha davvero rilevato Aura? Chi ha spinto per la firma del preliminare in dicembre? Dove sono finiti i fondi in cassa, inclusa l’ultima tranche di Invitalia?
Gli interrogativi posti dalle sigle sindacali alimentano il sospetto che l’operazione abbia avuto più a che fare con interessi economici speculativi che con il rilancio dell’attività produttiva è ormai concreto. Tanto più che Aura Materials è nata grazie anche a ingenti investimenti pubblici post-sisma 2009, in un territorio che ha già pagato troppo in termini di disoccupazione, emigrazione e promesse mancate.
Ora i sindacati lanciano un vero e proprio monito:
«Nessuno – si legge nella nota a firma delle tre sigle sindacali – ne tantomeno una società o dei personaggi elvetici, popolo tanto elogiato per la precisione e la correttezza, può pensare di venire sul nostro territorio, aquilano e abruzzese, a fare “affari” sulla pelle delle persone, su investimenti e finanziamenti pubblici che sono stati fatti dopo l’evento sismico del 2009 e pensare che gli interlocutori, tutti, abbiano un anello al naso! Non permetteremo a nessuno di venire a farsi due risate e fare un affare o spostare economie aziendali o investimenti pubblici».
In tal senso i sindacalisti assicurano che porteranno la questione all’attenzione degli organismi di controllo italiani, per tutelare i lavoratori riguardo la responsabilità sociale delle imprese e mettere in sicurezza ciò che per la Costituzione Italiana ha un valore che va oltre il mero profitto aziendale.