19 Agosto 2025 - 16:29:59
di Redazione
«La vicenda del possibile trasferimento della direttrice del Dipartimento Sanità, Emanuela Grimaldi, apparso a mezzo stampa in queste ore, segna un passaggio grave e rivelatore dello stato di caos in cui versa oggi la sanità abruzzese. Scontro destinato a crescere, visto che l’accesso agli atti inoltrato da ben tre mesi su tutte le iniziative proposte dal Dipartimento alla Giunta Regionale è rimasto inevaso e, dunque, senza risposta. Così come senza risposta è rimasto l’accesso agli atti circa i Conti Economici del secondo trimestre delle Asl Abruzzesi». Lo scrivono in una nota il gruppo PD in Consiglio regionale e la segreteria del PD Abruzzo.
«E da un primo sondaggio sui bilanci delle Asl risulta che la misura prevista dal Piano Operativo circa il recupero del 2% non sia stata rispettata e che dunque il deficit tendenziale del 2025 è più alto di quanto appare nella solita comunicazione irresponsabile della Giunta Marsilio. Per altro l’impossibilità a raggiungere tali obiettivi fu denunciata già durante le sedute di Commissioni e di Consiglio sull’assestamento di Bilancio. Questa consapevolezza potrebbe essere alla base del disagio crescente in alcune stanze regionali, come confermano i rumors non smentiti sulla Grimaldi. Più che un cambio al vertice sembrerebbe più un regolamento dei conti verso chi prova a fare il proprio lavoro con rigore tecnico, applicando le norme e dando indicazioni precise per contenere un disavanzo ormai fuori controllo e finisce con il non essere più gradito alla maggioranza di centrodestra, a prescindere dalla propria competenza. Il settore già in emergenza per i deficit milionari e per i disservizi che i cittadini vivono ogni giorno, dalla carenza di farmaci alla rete di emergenza-urgenza senza medici a bordo, ora viene travolto da uno scontro interno che ha il sapore della resa dei conti politica contro i tecnici che conoscendo numeri e procedure, trovano difficoltà ad avallare la propaganda», aggiungono.
«Marsilio e la sua Giunta preferiscono minimizzare la situazione, nascondendo ai cittadini una verità drammatica: i conti della sanità pesantemente in rosso e le misure di rientro già previste, a partire dal taglio del 2%, sono già fallite – rimarcano il segretario regionale PD Daniele Marinelli con il capogruppo Silvio Paolucci e i consiglieri Dino Pepe, Antonio Di Marco, Sandro Mariani, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci – . Il rischio concreto è che i Ministeri boccino il Programma Operativo appena presentato laddove dovessero verificare che, conti alla mano, alcune misure di contenimento previste dal Piano stesso si rivelino già fallite e che il disavanzo sfiori la soglia del 5%, con conseguenze pesantissime sul futuro dei servizi e con il concreto rischio di misure ancora più dure, commissariamento o no. A questo quadro si aggiunge il fatto che il Dipartimento Sanità aveva già respinto i piani aziendali delle Asl di Pescara, Chieti e Teramo, certificando con atti ufficiali che la tanto sbandierata riforma della rete ospedaliera non sta funzionando. Un segnale chiaro, che evidentemente ha disturbato la narrazione del “va tutto bene” e della sanità modello che invece Marsilio e la destra continuano a proporre per ingannare la comunità a cui tagliano prestazioni, servizi, persino i farmaci e che costringono ad attese sempre più lunghe e a fuggire altrove per curarsi, quelli che possono, mentre ai direttori delle Asl, mai messi in discussione nonostante i deficit, danno persino premi per il servizio reso. Il mancato riscontro all’accesso agli atti presentato a metà maggio sulle misure finalizzate a migliorare la gestione del servizio sanitario regionale parla da solo: non vogliono darci i documenti, perché dalle cifre emerge una situazione diversa da quella decantata dal presidente, evidentemente quella situazione che, sollevata dai tecnici, diventa motivo del loro allontanamento dal settore».
«Un brutto caos evidente a tutti, com’è evidente che questo Governo regionale, invece di affrontare la crisi con trasparenza e responsabilità, preferisce continuare a negare fino a che il baratro sarà inevitabile e colpire i tecnici che non si piegano alle esigenze di propaganda politica, cosa gravissima e corroborata da precedenti importanti: si pensi al licenziamento illegittimo dei manager e dei direttori sgraditi alla destra, come l’ex DG della Asl di Pescara Armando Mancini e del compianto direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Alfonso Mascitelli e dell’anticipato addio dell’ex DG D’Amario al Dipartimento di presidenza della Regione Abruzzo, dove arrivò la Grimaldi a sostituirlo. Basta bugie e sotterfugi, di fronte a questo scenario chiediamo chiarezza immediata in Consiglio regionale e nelle Commissioni competenti e ribadiamo che la salute dei cittadini non può essere ostaggio di giochi di potere interni a Fratelli d’Italia e alla destra», concludono.
Taglieri (M5S): «Non possono essere i dirigenti a pagare il fallimento della politica»
Sulla vicenda, è intervenuto anche il capogruppo del M5S Francesco Taglieri: «In Abruzzo si continua a cambiare e ricambiare ai vertici del Dipartimento Sanità senza che vi siano soluzioni reali. Il cosiddetto “modello Abruzzo” si sta rivelando per quello che è: un fallimento su tutta la linea. La rete ospedaliera è rimasta lettera morta e gli atti aziendali sono un miraggio, al punto che in alcuni casi vengono scritti direttamente dall’Agenzia sanitaria regionale al posto dei direttori generali. È la fotografia di un sistema allo sbando. Se la politica non è capace di dare un indirizzo chiaro e una programmazione lineare, resta difficile che i direttori di dipartimento vengano ascoltati dai manager delle Asl, che finiscono per navigare a vista senza alcuna guida».
Taglieri punta il dito anche sulla gestione politica: «L’assessore Verì è di fatto commissariata da tempo, prima dal presidente Marsilio e oggi persino dai suoi stessi consiglieri di maggioranza. Ha fallito su tutti i fronti: dal territorio, dove la medicina di prossimità è ancora una chimera, alla rete ospedaliera mai realizzata, fino alla prevenzione, su cui stenderei un velo pietoso. La verità è che l’unico vero assessore alla Sanità in Abruzzo è Marsilio, che si muove in doppia veste di presidente e assessore, mentre la Verì si limita a metterci la faccia».
Sul piano economico la situazione non è meno allarmante: «Il 2025 presenterà un conto ancora più salato del 2024, nonostante i piani di rientro, i tagli lineari e il blocco delle assunzioni. Il disavanzo aumenterà e i cittadini vedranno ridursi ulteriormente i servizi. La Giunta non ha mai avuto un piano serio per risanare i conti della sanità, ma si è limitata a slogan e rassicurazioni. Oggi gli esponenti del centrodestra continuano a dire “andrà tutto bene”, ma a me sembrano sempre di più come chi si affaccia al balcone intonando l’inno nazionale per nascondere il rumore del naufragio. Forse questa maggioranza è più interessata a utilizzare le risorse delle maggiori entrate non per la salute, come previsto dalla legge, ma per feste e fiere, così come ha governato fino ad oggi».
Un altro aspetto che Taglieri sottolinea riguarda le responsabilità: «La responsabilità di questo disastro è sempre politica, mai dei direttori o dei dirigenti, che si limitano a fare quello che chiede la maggioranza. E quando qualcuno si mette di traverso per rispettare le norme o applicare i vincoli imposti dallo Stato, viene puntualmente silurato, fatto fuori, come sta accadendo e come è già accaduto negli ultimi anni. È un copione che si ripete, e che certifica l’incapacità di questa maggioranza di governare il settore più delicato della nostra Regione”. E Taglieri conclude: “Il prezzo di questo fallimento lo stanno pagando gli abruzzesi, con ospedali depotenziati, liste d’attesa infinite e servizi ridotti all’osso. Basta con lo scaricabarile e i cambi di dirigenti: serve finalmente un’assunzione di responsabilità politica chiara e coraggiosa. Ma finora questa maggioranza ha dimostrato di non esserne capace».
Abruzzo Insieme: «Rimosso chi tenta di risanare, premiato chi ha fallito. Una manovra politica subdola»
«Meno di un anno fa il presidente Marco Marsilio nominava la dottoressa Emanuela Grimaldi a capo del Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, sostituendo il dottor D’Amario con l’obiettivo dichiarato di mettere ordine nei conti e nelle strutture della sanità regionale. Oggi quello stesso incarico viene, improvvisamente revocato in favore di un trasferimento della dott.ssa Grimaldi alla guida del Dipartimento Cultura».
Lo scrivono in una nota i consiglieri regionali di Abruzzo Insieme.
«Un passaggio che, dietro una parvenza di riorganizzazione amministrativa, cela un’operazione politica ben precisa: liberare il posto alla Sanità per nominare un nuovo dirigente e allontanare con largo anticipo una figura competente e scomoda per gli equilibri interni. La richiesta formale di trasferimento sembrerebbe essere arrivata dall’assessore alla Cultura Roberto Santangelo in seguito alla nomina del dottor Paolo Costanzi a direttore generale della ASL 1 che ha lasciato vacante la precedente direzione del Dipartimento Cultura».
«È un gioco di palazzo studiato nei dettagli”, denuncia il gruppo consiliare Abruzzo Insieme, “attraverso cui si sacrifica una dirigente capace che ha lavorato con rigore per affrontare un sistema compromesso da anni di cattiva gestione. Con questo passaggio si mette in stand-by la guida del Dipartimento Sanità e si spalanca la porta a una nuova nomina che, realisticamente, impiegherà mesi a orientarsi nella complessità del sistema sanitario regionale. Tutto ciò mentre i problemi crescono e i servizi crollano».
«Intanto, rimangono saldamente al loro posto i veri responsabili politici del disastro: il presidente Marsilio, l’assessore Verì e i vertici delle quattro ASL abruzzesi protagonisti di una gestione che ha portato a deficit strutturali inimmaginabili, tagli ai servizi, aumento delle liste d’attesa e fuga dei pazienti verso altre regioni. Non manca il riferimento alle priorità distorte della Giunta regionale: in questo contesto è surreale che da anni si continui a destinare fondi pubblici al Napoli Calcio, mentre si tagliano risorse fondamentali per la sanità, ambulatori e servizi territoriali. È evidente che in questa amministrazione si preferisce tutelare interessi esterni alla Regione piuttosto che garantire il diritto alla salute dei cittadini abruzzesi. Siamo di fronte a una scelta politica chiara: colpire chi ha osato mettere ordine, premiare chi ha coperto gli errori. L’Abruzzo non ha bisogno di manovre cosmetiche o logiche di spartizione, ma di trasparenza, competenza e responsabilità. I cittadini meritano una sanità che funzioni, non giochi di potere mascherati da riorganizzazioni tecniche».