22 Agosto 2025 - 18:09:55
di Vanni Biordi
C’è chi la rinascita la racconta e chi, invece, la spinge in salita. A Collepietro, piccolo gioiello dell’entroterra aquilano, si fa la terza, e lo si fa alla grande. Giunta, infatti, alla sua terza edizione, la Festa dell’Emigrante e il Palio delle Botti hanno superato ogni aspettativa, consolidando un evento che, nonostante la sua giovane età, è già diventato un appuntamento imperdibile.
Le prime due edizioni avevano già destato interesse, attirando un’affluenza notevole. Ma quest’anno, l’asticella si è alzata, e il successo è stato clamoroso, dimostrando che il lavoro e la passione della Pro loco locale stanno dando i loro frutti. In un’epoca in cui i piccoli borghi lottano per non scomparire, manifestazioni come questa rappresentano una boccata d’aria fresca, un segnale forte e chiaro di vitalità e speranza.
L’idea del Palio è nata dai racconti degli anziani, un filo di memoria che riportava a una corsa antica, forse legata alla vendemmia. Un ricordo flebile, ma sufficiente a ispirare una ricerca che ha svelato una connessione sorprendente con una corsa simile che si svolgeva ad Avellino, in onore delle famiglie nobili Carafa e Caracciolo, un ceppo al quale anche i collepetrani appartengono. È così che una tradizione dimenticata è tornata a vivere, spinta con fatica e orgoglio lungo le strade del paese.

Il Palio è il cuore pulsante della festa. Sei paesi, sei squadre, sei botti da 225 litri che rotolano e sfrecciano lungo le salite e i vicoli del centro storico. La competizione è serrata: ogni squadra, composta da sei atleti, può far toccare la botte a solo due spingitori per volta, e i cambi devono essere fulminei. Ogni secondo rubato al cronometro è un passo in più verso la vittoria. A sfidarsi, quest’anno, oltre ai padroni di casa di Collepietro, c’erano i paesi vicini: Bussi sul Tirino, Popoli Terme, Capestrano, Navelli e San Benedetto in Perillis.
Nelle due edizioni precedenti, la vittoria è andata a Navelli e a Collepietro, quest’ultima accolta da un’esplosione di entusiasmo che ha coinvolto l’intero paese, l’ha vinta di nuovo Navelli, a dimostrazione di quanto la sfida si senta in questa iniziativa.
Ma la Festa dell’Emigrante è molto più di una semplice gara. È un’esperienza multisensoriale che avvolge i visitatori in un’atmosfera d’altri tempi. Sbandieratori e balestrieri, figuranti in costume, musica, buon vino e piatti tipici del territorio: ogni dettaglio contribuisce a creare un’atmosfera vibrante e suggestiva.
Il Palio delle Botti di Collepietro non è solo un evento, è una celebrazione dell’identità, della storia e delle radici di un popolo che ha deciso di non arrendersi. In un mondo che spesso dimentica il passato, questo borgo abruzzese ha scelto di rispolverarlo, di dargli nuova vita e di farlo correre in salita, verso un futuro che, grazie a un’idea tanto semplice quanto geniale, sembra ogni anno più luminoso.