01 Settembre 2025 - 15:39:45

di Redazione

Alla Perdonanza Celestiniana i miracoli accadono davvero. Non si tratta di prodigiosi segni divini, ma dell’operato concreto e costante di uomini e donne che, mettendo a disposizione il proprio tempo, le proprie energie e il proprio impegno, riescono a generare frutti che hanno davvero qualcosa di prodigioso.

Il 29 agosto, il centro storico dell’Aquila ha accolto oltre 250 persone in occasione della Perdonanza del Malato, per la quale l’Unitalsi ha organizzato un pellegrinaggio regionale che ha permesso a donne e uomini provenienti da tutta la regione di partecipare al Giubileo annuale del capoluogo abruzzese.
La basilica di Collemaggio si è riempita non solo del dolore e delle speranze di tanti malati desiderosi di partecipare alla funzione, ma anche dell’abnegazione di numerosi volontari, che si sono messi a disposizione per rendere davvero accessibile a tutti l’indulgenza plenaria offerta dalla Perdonanza Celestiniana.

Ancora più “miracoloso” è stato però il cammino che ha portato i pellegrini alla basilica voluta da Papa Celestino V. I partecipanti, giunti da tutta la regione, sono stati suddivisi in gruppi per visitare il centro storico dell’Aquila. A fare da guida, numerosi cittadini aquilani che hanno voluto mettersi a disposizione per accompagnare i visitatori, raccontando la storia e la bellezza della propria città.

Tra loro anche Bruno Cotellessa, 63 anni, aquilano doc. Ed è proprio qui che si inserisce una delle storie più emozionanti di questa edizione della Perdonanza. Bruno, infatti, ha perso la vista nel 2018 a causa di alcune patologie. Eppure, questo non gli ha impedito di voler essere parte attiva dell’iniziativa, accompagnando un gruppo di pellegrini alla scoperta dell’Aquila.

Guidato da due volontari e sostenuto dalla sua fervida memoria, Bruno ha raccontato ai presenti le meraviglie architettoniche, culturali e spirituali della città, dimostrando che l’accoglienza, l’amore per il territorio e la voglia di donarsi non conoscono barriere.

Sono tante le bellezze generate dalla Perdonanza, tante le storie che spesso restano in ombra, ma che testimoniano una bellezza profonda e nascosta: quella di una speranza che cammina, attraversa le difficoltà, supera gli ostacoli, e invita tutti noi a metterci in gioco.

La Perdonanza non è solo ricevere: è dare, in ogni condizione di vita. È essere parte di qualcosa che va oltre, è rendere visibile la possibilità concreta di rinascita e libertà.

Movimenti come l’Unitalsi sono la prova viva che esistono opere buone capaci di rendere tangibile e concreta l’essenza più autentica della Perdonanza: un perdono che genera rinascita, che rende liberi e capaci di compiere gesti davvero straordinari.