07 Settembre 2025 - 09:19:53
di Martina Colabianchi
Gli infortuni sul lavoro aumentano anche in estate, con 607 vittime totali da gennaio a fine luglio.
Nello specifico, si contano 437 infortuni mortali in occasione di lavoro e 170 in itinere. I dati sono forniti dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre.
Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia anche a fine luglio sono le regioni con il maggior numero di vittime totali, ma anche l’Abruzzo registra un numero significativo restando in fascia arancione, con 11 morti sul lavoro in totale dall’inizio dell’anno. Insieme alla nostra regione troviamo Liguria, Calabria, Veneto e Sardegna.
In Abruzzo, sono soprattutto le province di Chieti e Teramo a giustificare la permanenza della regione in fascia arancione. La provincia di Chieti, nello specifico, è 13° in graduatoria nazionale con un’incidenza sugli occupati del 34,2 e cinque casi totali da gennaio a fine luglio.
Segue Teramo, 34° tra le province, con un’incidenza del 25,3 e tre casi totali. Entrambe sono in fascia rossa.
La provincia di Pescara, in 62° posizione con un’incidenza del 15,8, è invece in fascia gialla con due casi.
L’Aquila, infine, è la provincia più “virtuosa”: è in fascia bianca con solo un caso da gennaio e l’8,6 di incidenza sugli occupati. In graduatoria occupa l’88° posizione.
«I dati più aggiornati oggi disponibili, che includono il mese di luglio, ci dicono che il fenomeno degli infortuni sul lavoro non trova tregua nei mesi estivi. Il bilancio delle vittime sul lavoro è sempre più drammatico: si contano già 607 decessi, 30 in più dello scorso anno (+5,2%). Andando ad analizzare il dato più nel dettaglio, a fronte di una stabilità degli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro (3 in meno), si registra un aumento del 24,1% degli infortuni in itinere». Questo il commento di Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre. «L’emergenza continua nel nostro Paese, – conclude – dimostrando che non riusciamo a incidere sulle cause degli infortuni mortali che nel tempo non diminuiscono e spesso si ripetono con le stesse modalità».