10 Settembre 2025 - 10:10:18

di Redazione

L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia dell’Aquila scende in campo a sostegno della popolazione civile Gaza, unendosi alle iniziative di solidarietà: il nuovo Consiglio Direttivo, in sella dal primo gennaio scorso, ha devoluto il gettone di presenza della riunione che si è svolta dei giorni scorsi quando è stata anche lanciata una raccolta di fondi tra gli oltre 3mila iscritti.

Ne dà notizia il presidente del Consiglio dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, Alessandro Grimaldi, il quale rivolge un appello alla categoria.

«La nostra non è un’ azione contro la popolazione israeliana, scendiamo in campo per sostenere una popolazione civile inerme che giorno dopo giorno subisce violenze inaudite. Mi rivolgo a tutte le colleghe e i colleghi, richiamando i valori fondanti della nostra professione. Le condizioni umanitarie a Gaza ci impongono di non restare indifferenti di fronte alla sofferenza. La tutela della salute è strettamente connessa a pace, giustizia e solidarietà. Servono subito aiuti umanitari e devono essere garantiti senza ostacoli. Il nostro è un contributo concreto che speriamo non resti isolato», spiega Grimaldi, che è anche primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore e capo dipartimento Medicina della Asl provinciale dell’Aquila.

Nel corso della riunione, il Consiglio Direttivo ha espresso profonda indignazione per l’escalation di violenza nella Striscia e per le ripetute aggressioni a danno di civili e strutture sanitarie ed è emersa chiara la posizione dei componenti dell’Ordine che ha rafforzato l’appello del presidente: «Non restiamo in silenzio: la neutralità della cura significa difendere la vita, ovunque sia minacciata, condanniamo con fermezza il bombardamento che ha colpito l’ospedale Nasser, causando almeno venti vittime e numerosi feriti, tra cui personale medico e soccorritori».

«È urgente evacuare i più vulnerabili — bambini, feriti e malati — e potenziare i corridoi umanitari per garantire l’arrivo di medici, volontari e aiuti essenziali. Basta con le uccisioni di operatori sanitari: colpire chi cura significa violare i principi fondamentali del Diritto Internazionale Umanitario e privare le comunità dell’accesso alle cure».