14 Settembre 2025 - 18:15:09

di Tommaso Cotellessa

Il territorio abruzzese è stato scosso dalla notizia, proveniente da Sulmona, di una ragazzina di 12 anni che ha trovato il coraggio di denunciare una presunta violenza sessuale subita da un 14enne e un 18enne. I due, secondo le indagini, avrebbero anche filmato l’aggressione e diffuso il video attraverso WhatsApp. La Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di violenza sessuale aggravata e diffusione illecita di materiale sessualmente esplicito (revenge porn).

Fondamentale è stata la testimonianza della vittima ai genitori, che ha consentito agli investigatori di avviare rapidamente le indagini. Le prime perquisizioni hanno già portato al sequestro dei dispositivi informatici dei presunti aggressori.

La notizia ha scosso l’intera comunità abruzzese: tante le dichiarazioni di partiti ed esponenti politici in merito a questo episodio.

Dura la presa di posizione della segreteria regionale del Partito Democratico e della Conferenza delle Donne Dem, che in una nota congiunta definiscono la vicenda «sconcertante e drammatica», esprimendo solidarietà e vicinanza alla giovane vittima e alla sua famiglia.

«Non possiamo limitarci alla condanna – hanno dichiarato il segretario regionale del PD, Daniele Marinelli, e la portavoce delle Donne Dem, Roberta Tomasi – ma dobbiamo lavorare insieme sulla prevenzione. È inaccettabile che una violenza così brutale possa essere stata addirittura filmata e condivisa. Questo ci dice con chiarezza che manca un investimento serio nell’educazione al rispetto e alla parità».

Il PD Abruzzo ha ricordato come già nel 2023 fosse stata presentata in Consiglio regionale una proposta di legge per introdurre in scuole e università percorsi strutturali contro la violenza di genere e per la promozione del rispetto reciproco. Quel testo, oggi riproposto, dovrebbe approdare in aula già nelle prossime sedute.

Sulla vicenda è intervenuta anche Stefania Pezzopane, consigliera comunale dell’Aquila ed ex parlamentare.

«La sottocultura patriarcale è ancora troppo diffusa: la donna viene vista come oggetto, senza rispetto per il suo consenso. Le ragazze non sono sole: dobbiamo dare loro tutto il nostro rispettoso ed amorevole sostegno. Nessun dorma».

A esprimere la propria posizione anche la vicepresidente del Consiglio regionale Marianna Scoccia, che annuncia iniziative istituzionali:

«Non mi limiterò a commentare – ha affermato – ma porterò la questione all’interno del Consiglio regionale, perché l’Abruzzo si faccia promotore di un piano strutturale e continuativo che coinvolga scuole, famiglie e territori. Pretenderò che diventi una priorità nell’agenda politica regionale».

La vicepresidente ha poi sottolineato anche la propria esperienza personale: «Sono mamma di due ragazzi di 12 e 13 anni e questa notizia di una bambina della stessa età abusata e ricattata mi ha scosso profondamente. Non è solo cronaca, è il segnale di un vuoto educativo e culturale che le istituzioni hanno il dovere di colmare. La repressione da sola non basta: serve un intervento strutturale, con programmi obbligatori di educazione al rispetto, all’affettività, all’uso consapevole dei social. Non più progetti spot, ma una linea chiara e continuativa da assumere a livello istituzionale».

Il caso di Sulmona, ancora oggetto delle indagini della magistratura, mette in luce non solo la necessità di giustizia, ma anche quella di un impegno educativo e culturale più ampio. Un impegno che, come ribadiscono forze politiche e istituzioni, deve diventare finalmente una priorità condivisa per restituire centralità al rispetto, alla dignità e alla convivenza civile. La giustizia farà il suo corso accertando i fatti, ma frattempo la società si interroga su questo ennesimo grave episodio che ha scosso la comunità