15 Settembre 2025 - 12:37:19

di Martina Colabianchi

Nel giorno in cui in Abruzzo riprende ufficialmente l’anno scolastico, il gruppo consiliare del Partito Democratico e i Giovani Democratici hanno scelto di porre l’attenzione su problematiche, a loro dire, irrisolte.

La situazione della scuola e dell’università nella nostra regione è sempre più critica, e richiede risposte immediate. Queste le ragioni della conferenza svoltasi a Pescara in presenza del capogruppo Pd Silvio Paolucci, del segretario e vicesegretaria dei Giovani Democratici Saverio Gileno e Pia Finoli e Monaim Mouatamid, responsabile università.

Tra le criticità segnalate, sicuramente la prima è il calo degli studenti. Negli ultimi quattro anni, infatti, l’Abruzzo ha perso quasi 10 mila studenti, oltre 2600 solo quest’anno. Il dato conferma un trend demografico negativo, con la conseguente riduzione del numero di alunni per classe, sceso al di sotto della soglia dei 19 studenti.

«È il risultato di tre fattori che si alimentano a vicenda: spopolamento, denatalità e abbandono scolastico (in Abruzzo superiore all’8%). In assenza di investimenti seri, sempre più ragazze e ragazzi sono costretti a rinunciare al proprio futuro nella nostra terra», lamentano gli esponenti Dem.

Ma c’è anche un problema di arretratezza normativa, con la legge regionale sul diritto allo studio ferma al 1978. «A questo si aggiunge – proseguono – l’allarme dell’edilizia scolastica: nove scuole su dieci non sono in regola con le certificazioni di sicurezza, con l’Abruzzo che detiene il triste primato nazionale di edifici totalmente irregolari (32,4%)».

«Il calo di iscritti è ancora più evidente nei piccoli comuni montani e collinari, dove interi plessi sono stati chiusi e gli studenti devono affrontare lunghi spostamenti quotidiani. Proprio i trasporti restano una delle grandi emergenze: le tariffe sono aumentate del 20% rispetto allo scorso anno, senza alcun miglioramento dei servizi e con agevolazioni minime per gli studenti. Un problema economico è poi il caro-libri e corredo scolastico che si aggiunge al peso che le famiglie devono sopportare per la formazione, specie se hanno figli più piccoli che usufruiscono anche della mensa».

Criticità sono presenti anche nel sistema universitario abruzzese. «Gli atenei – continuano – perdono iscritti anno dopo anno e chi sceglie di restare a studiare qui si trova senza residenze, con mense che funzionano a metà, biblioteche insufficienti e un trasporto pubblico caro e inadeguato. La questione degli alloggi è drammatica: a fronte di oltre 40.000 studenti, i posti letto pubblici sono meno dell’1% (65 a Pescara, 90 a Chieti, zero a Teramo, 166 all’Aquila). Le residenze annunciate negli anni, alla Caserma Pierantoni di Chieti, all’ex Ferrohotel di Pescara, all’ex Rettorato di Teramo, ad oggi sono solo promesse».

Altro nodo irrisolto è quello del semestre filtro a Medicina: «Numeri ingestibili, studenti costretti alla didattica a distanza o in aule sovraffollate. A Chieti ci sono mille iscritti per 310 posti, a L’Aquila 600 per 200 posti, a Teramo 240 per 74 posti. Il Governo ha scaricato sugli atenei la responsabilità, ma la Regione non ha mosso un dito per sostenerli. Così, l’università in Abruzzo diventa sempre meno attrattiva e rischia di non rappresentare più un’opportunità per i nostri giovani».

All’elenco dei problemi, è seguito un elenco di proposte. In primis, l’approvazione di una nuova legge sul diritto allo studio, già depositata dall’opposizione, che dopo oltre 100 giorni di stallo non è stata ancora calendarizzata. Poi, rendere effettivo il trasporto gratuito per gli under 30 e introdurre il biglietto unico Abru, proposto da Luciano D’Amico e da tutta l’opposizione.

Approvare una legge speciale per scuole e studenti delle aree interne, come richiesto anche dalla Cgil, per contrastare spopolamento e abbandono scolastico. Avviare un piano strutturale per l’università abruzzese, con nuove residenze, servizi adeguati e interventi immediati sull’emergenza Medicina.

Superare, infine, la «logica degli annunci e degli interventi spot: servono misure stabili e di lungo periodo per garantire davvero il diritto allo studio e il futuro delle e dei giovani abruzzesi».